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17 perquisizioni domiciliari, 6 misure restrittive eseguite all'alba dagli investigatori della sezione antidroga.
La Squadra Mobile all'alba ha portato a compimento un lungo e articolato lavoro di indagine.
Iniziata nel 2012, l'operazione denominata Cohiba di contrasto al traffico di stupefacenti in Polesine si è conclusa con altre 17 persone denunciate, di cui una arrestata in flagranza.
La prima fase della complessa indagine portò nel 2012 all'identificazione di due minorenni che spacciavano hashish e marijuana a loro coetanei.
L'anno seguente gli ulteriori sviluppi condussero gli investigatori a eseguire altre 11 misure cautelari nei confronti di 6 minorenni e 5 maggiorenni e al deferimento in stato di libertà 34 persone, tutte responsabili di cessioni di sostanze stupefacenti.
Lo spaccio di sostanze stupefacenti non avveniva solo a Rovigo ma era ramificato in diversi centri della provincia, quali Ceregnano, Villadose, Gavello, Pontecchio Polesine, Crespino, Arquà Polesine e Adria.
Nell' arco temporale di circa quattro anni è stata rilevata la cessione di oltre 3500 dosi tra hashish, marijuana e cocaina.
In totale dal gennaio 2012 al febbraio 2014 sono state indagate 47 persone, di cui 14 minorenni.
Di queste, 20 ( sei minorenni ) sono state attinte da misure cautelari di varia natura e gravità. In tutto due gli arrestati in flagranza.
E' stato stimato un giro d'affari di circa 50.000 euro e sono stati identificati circa 150 assuntori di stupefacenti dei quali 40 minorenni.
Le operazioni conclusive, nella varie fasi hanno visto impegnati complessivamente un centinaio di agenti appartenenti anche alle specialità della Polizia di Stato, al Reparto Prevenzione Crimine Veneto e alle unità cinofile antidroga.