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Quando gli agenti della Squadra Mobile hanno fatto ingresso nel piccolo opificio, pareva uno dei tanti controllati in provincia.
Pannellature in cartongesso, area attrezzata per il confezionamento di capi di abbigliamento, dormitorio, ufficio con armadi, televisore, computer e frigorifero.
Nove cittadini cinesi presenti al momento e, nel complesso, una serie di inadempienze rilevate: mancanza di un'adeguata uscita di emergenza; mancanza di protezioni sulle macchine da lavoro (protezione dell'ago); scarsa igiene negli ambienti di lavoro e in quelli destinati all'alloggio del personale con presenza di animali morti (topi); area di lavoro resa estremamente pericolosa per la sicurezza dei dipendenti mediante la realizzazione di un telo di copertura in P.V.C. e la realizzazione di un impianto di riscaldamento sottostante costituito da stufe catalitiche a gas e ad energia elettrica; presenza di due caldaie alimentate direttamente con bombole del gas.
La sorpresa maggiore però è stata dell'ispettore che ha posato il suo sguardo sullo schermo del computer presente nell'ufficio del titolare.
Scorrevano infatti una serie di immagini pornografiche che ritraevano in squallide pose soggetti chiaramente minori.
La perquisizione è scattata immediatamente e tutto il materiale è stato sequestrato per una accurata e approfondita analisi finalizzata soprattutto a risalire alla fonte di tali filmati.
Lui intanto dovrà rispondere, oltre che per i profili di irregolarità dell'attività, anche dell'art. 600 quater C.P. con il rischio, solo per quest'ultimo reato, di reclusione fino a tre anni.