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Arrestato il responsabile grazie alle celeri indagini della Polizia di Stato

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Per un risentimento di vecchia data, provoca un incendio che distrugge 9 auto ed una micro car e rende inagibile un concessionario

9 auto ed una micro car bruciate, alcune delle quali talmente distrutte da non riuscire ad individuarne, al momento, marca e tipo, i locali di un concessionario dichiarati inagibili, con le fiamme che solo grazie al tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco non sono riuscite a raggiungere un vicino distributore di benzina con conseguenza che avrebbero potuto essere drammatiche. Questo è quanto accaduto all'una circa di questa notte in via di Torre Spaccata. Sul posto, avvisati dai Vigili del Fuoco, sono giunti in breve gli agenti del Commissariato Casilino, diretto dal dott. Luigi Mangino, che hanno iniziato ad effettuare le prime indagini. Nelle adiacenze del concessionario, i poliziotti hanno scorto un giovane sospetto e lo hanno identificato. Subito dopo hanno effettuato un sopralluogo all'interno, dal quale è emerso che l'incendio si era sviluppato in punti diversi del concessionario, cosa che ha fatto subito ritenere verosimile l'ipotesi del dolo. Decisiva, infine, la visione delle telecamere a circuito chiuso. Dalle immagini, infatti, è stato possibile vedere chiaramente un giovane scavalcare il cancello principale appiccando l'incendio a più veicoli tra quelli presenti. Ad una più attenta visione, è apparso chiaro agli agenti della Polizia di Stato che il giovane visibile nelle immagini era proprio quello notato nell'immediato nei pressi della concessionaria ed identificato dagli agenti. I poliziotti pertanto si sono recati presso la sua abitazione, dove i genitori hanno riferito che il proprio figlio, uscito nelle prime ore della sera, non era ancora rientrato a casa. E' scattato quindi un servizio di appostamento, e verso le 4 è stato visto rincasare. Subito bloccato, è stato trovato in possesso di un passamontagna e degli stessi abiti indossati dal giovane visto nelle immagini delle telecamere di sorveglianza. Dopo un primo tentativo di negare ogni responsabilità D.A., 26enne italiano, ha infine ammesso di essere l'autore dell'accaduto, giustificando il suo comportamento con presunti vecchi rancori verso i titolari, risalenti peraltro a molti anni prima.


07/12/2015

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