La Polizia di Stato sottopone a fermo per sequestro di persona, rapina e violenza sessuale un sudanese di 36 anni
E' sera, un ragazzo di 30 anni, dopo aver trascorso la giornata a Roma con il suo compagno, è diretto al binario 16 della Stazione Termini per prendere il treno e tornare a casa.
Ma il suo treno è stato soppresso. Ed è qui che inizia il suo calvario come ha raccontato il giorno dopo ai poliziotti del commissariato Esquilino, diretto dalla dottoressa Agnese Cedrone.
Poco distante da lui infatti, un uomo ben vestito ed avente con se una stampella per aiutarsi a camminare, notando lo sconforto del ragazzo, gli si avvicina e gli offre un passaggio in macchina.
Così, dopo aver accettato l'offerta dello sconosciuto i due, assieme ad altri 2 cittadini nord africani, si dirigono al parcheggio in via Giovanni Giolitti.
Uno dei 3 si pone alla guida, mentre l'uomo con la stampella si siede sui sedili posteriori accanto al ragazzo.
Ma poco dopo essere partiti il giovane, rispondendo al cellulare al compagno che lo stava chiamando, si è sentito puntare un coltello al fianco dall'uomo con la stampella, che gli 'consigliava' di parlare tranquillamente e di rispondere al suo compagno che era tutto a posto ed era arrivato a destinazione.
Giunti in zona Pigneto, un forte colpo alla nuca che gli ha fatto perdere i sensi.
Si è svegliato poco dopo a terra in un parco, con le mani e le caviglie legate, con un coltello puntato dall'uomo con la stampella, mentre gli altri due lo derubavano dei soldi, del cellulare e di una carta di credito. Poi minacciato con una pistola puntata alla tempia per avere i codici della carta. Ma una volta appurato che non vi era alcuna disponibilità di denaro, i tre hanno iniziato a violentare il ragazzo.
Ripresosi dopo oltre un'ora, quando si è accorto che i suoi aguzzini si erano dileguati ha abbandonato il parco e raggiunto un esercizio commerciale, dove ha potuto contattare il compagno che lo ha raggiunto subito dopo.
Insieme, hanno quindi raggiunto il commissariato Esquilino per denunciare alla Polizia di Stato quanto accaduto e permettere così agli agenti di avviare le indagini.
Gli agenti sono risaliti ad un bar in zona San Lorenzo del quale il giovane aveva sentito parlare ai suoi aguzzini. All'interno dell'esercizio commerciale il ragazzo ha riconosciuto un individuo aveva visto la sera precedente all'interno della stazione intento a parlare con uno dei suoi sequestratori.
Gli uomini della dottoressa Cedrone sono quindi risaliti al cellulare e successivamente all'identità dell'uomo e tramite la banca dati della Polizia Scientifica ottenuto una foto di M.Y., sudanese di 36 anni, che la vittima ha subito riconosciuto.
Tramite il tracciamento dell'utenza cellulare, è stata individuata la presenza del ricercato nei pressi della stazione Termini e poco dopo gli agenti lo hanno fermato in via di Santa Bibbiana.
Indosso al sudanese è stato rinvenuto un coltello e due lame per taglierino.
Inoltre gli uomini del commissariato Esquilino hanno accertato che M.Y., che si è appurato munirsi della stampella solo per fingersi inoffensivo e acquisire la fiducia delle sue vittime, si apprestava a lasciare la Capitale, tesi avvalorata dal ritrovamento delle borse di proprietà del sudanese trovate pronto accanto al suo letto.
Accompagnato negli uffici del Commissariato, al termine delle indagini l'uomo è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per sequestro di persona, rapina e violenza sessuale.
Gli altri due complici sono attivamente ricercati.