Compensi tra i 500 ed i 5.000 euro, oltre a ricorsi non previsti dalle norme per dilazionare i tempi ed “ottenere” piu’ soldi
Gli agenti dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Roma, guidati dal dirigente Maurizio Improta, hanno accertato con le indagini condotte negli ultimi mesi che il professionista arrestato ed accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina era conosciuto tra i cittadini extracomunitari a livello nazionale, per i suoi favori in cambio di denaro, l'avvocato era pronto a soddisfare qualsiasi richiesta degli stranieri, falsificando documenti e procacciando datori di lavoro fittizi, ai quali prometteva somme di denaro che poi non corrispondeva.
La duplice truffa si concludeva quando il 55enne, una volta percepito il compenso dagli extracomunitari, consegnate le ricevute che attestavano l'avvenuta comunicazione allo Sportello Unico, presentava poi alle autorità competenti una denuncia/querela con la quale disconosceva la paternità dei documenti prodotti, provocando così il rigetto delle domande.
L'arrestato, oltre ad occuparsi delle richieste e di seguire l'iter burocratico, aveva esteso il suo raggio d'azione con il passaparola, facendo convergere verso la Capitale, numerosi stranieri da svariate città italiane.
In questo caso, l'avvocato, ricevuta la somma pattuita, consegnava il kit postale compilato, che consentiva allo straniero di richiedere l'ambito documento per "attesa occupazione", salvo poi assisterli legalmente una volta che le domande venivano rigettate, estorcendo ulteriori somme di denaro.
Da ulteriori accertamenti è risultato inoltre, che in alcuni casi il legale, per allungare i tempi delle pratiche e quindi percepire ulteriori soldi, aveva presentato contro i decreti di archiviazione del Questore di Roma anche ricorsi straordinari non previsti dalla normativa vigente.