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Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: due fermi e un indagato

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Polizia di Stato

Scoperta associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ricettazione e posssesso di documenti falsi.

Oltre 1500 documenti falsi, tra cui circa 600 permessi di soggiorno in bianco risultati rubati, carte di identità e timbri contraffatti riconducibili agli Uffici immigrazione di oltre 20 Questure, insieme a tutto l'occorrente per la stampa sono stati sequestrati dagli agenti della Questura di Roma nell'ambito di un'indagine congiunta della Squadra Mobile, dell'Ufficio Immigrazione e del Commissariato Colombo. A finire nella rete degli indagati sono tre persone, di cui 2 stranieri e 1 italiano. Per due stranieri, trovati in possesso dei documenti e dell'altro materiale contraffatto è scattato il fermo di indiziato di delitto. L'indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Maria Sabina Calabretta, ha condotto ai due immobili in zona Prenestino e Torbellamonaca, dove durante le perquisizioni sono stati trovati i documenti contraffatti destinati al "mercato dell'immigrazione clandestina". L'indagine parte nel 2005 quando i circa 600 permessi di soggiorno recuperati dagli investigatori sono stati sottratti. Attraverso l'inserimento dei numeri seriali dei titoli di soggiorno nelle Banche dati di polzia, è stato possibile mappare ed intercettare gli stessi documenti ed i rispettivi possessori presso diverse frontiere internazionali tra cui anche Vienna, Budapest e Madrid. I titoli venivano venduti sul mercato dell'immigrazione clandestina con un costo di circa 1.500 euro di cui 750 come anticipo e gli altri 750 a saldo, al momento della consegna. Gli stranieri acquirenti tentavano l'ingresso in Europa con documenti rubati e compilati dagli appartenenti all'organizzazione. I permessi di soggiorno rubati e gli altri documenti venivano classificati e chiamati in codice con epiteti alimentari. I permessi di soggiorno erano definiti in gergo "fagioli", le carte di circolazione invece erano definite "carne", mentre le carte di inddentità erano le "lenticchie". Le spedizioni dei documenti agli acquirenti avvenivano attraverso circuiti di posta privata.
23/02/2011
(modificato il 24/02/2011)

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