7 persone arrestate dalle Squadre Mobili delle Questure di Roma e di Trento
Individuavano le vittime attraverso annunci pubblicati sui quotidiani per poi concordare telefonicamente gli appuntamenti, fingendosi clienti.
In particolare si presentavano come poliziotti esibendo falsi tesserini di riconoscimento per indurre le donne a "consentire" le falsi perquisizioni.
Le prostitute rapinate erano prevalentemente colombiane e cinesi, sfruttando in questo ultimo caso la reticenza a denunciare delle donne asiatiche.
Stanziali in Lombardia hanno colpito prevalentemente nelle province di Trento e Brescia, con "trasferte" a Roma e in altre regioni d'Italia.
Sottraevano alle vittime denaro contante e oggetti preziosi.
Roma, 12 ottobre 2010