Chiusa casa del piacere all’Esquilino.Sequestrati oggetti sadomaso
Aveva allestito un appartamento a "luci rosse" nel quartiere Esquilino, ma si è resa conto di dover diversificare l'offerta delle prestazioni per soddisfare ogni tipo di richiesta e dividere le spese.
Ha dunque proposto ad un'altra persona di dividere l'alloggio e lavorare insieme per "debellare" la concorrenza.
E' nata in questo modo la "casa del piacere" all'insegna di una joint venture tra una prostituta ed un transessuale.
L'appartamento, arredato con particolare gusto, era stato organizzato dai due "soci" in modo da assicurare un confort di classe e la massima discrezione ai clienti.
L'obiettivo era assecondare ed accontentare i loro gusti.
In particolare, la cura nella suddivisione degli ambienti consentiva la collaborazione saltuaria anche di altri transessuali, che assicuravano la "continuità nell'attività commerciale nei periodi di assenza del "socio".
Il progetto imprenditoriale, economicamente molto valido, non è passato però inosservato ai condomini ed al vicinato, costretti a subire i disagi derivanti dal consistente via vai di persone a tutte le ore del giorno e della notte.
I poliziotti del Commissariato Esquilino, diretto dal dott. Domenico Condello,, esaminate le numerose lamentele e proteste, hanno fatto scattare gli accertamenti.
Sono stati numerosi i clienti identificati "in transito" nella casa a luci rosse, tra i quali professionisti e persone della medio-alta borghesia, che hanno aiutato gli uomini del Commissariato a ricostruire il meccanismo di annunci e contatti telefonici con i quali era possibile accedere all'appartamento.
Quando gli agenti della Polizia di Stato sono entrati nell'abitazione, per la quale è stato disposto il sequestro, hanno avuto piena conferma dell'organizzazione messa in piedi dai due "soci", imbattendosi in telefoni e computer portatile usati per la pubblicazione degli annunci della casa del piacere, oltre che in 1500 profilattici, numerosi oggetti erotici per prestazioni sado-maso e dvd con filmati hard che venivano sequestrati a riprova dell'elevato numero di clienti che consentiva alle prostitute ed ai transessuali di avere lauti guadagni mensili.
La "maitresse", C.B., cittadina ecuadoriana, è stata denunciata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione
Roma, 23 settembre 2010