aveva seguito il marito dal Kenia con la promessa del lavoro
L'aveva convinta a raggiungerlo in Italia promettendole un lavoro che avrebbe consentito a tutta la famiglia una vita migliore ed un futuro per il loro figlioletto di 2 anni.
Una volta arrivata in Italia però la donna 30enne keniota si è trovata davanti ad una realtà ben diversa.
Il marito K.M., 33enne connazionale, non aveva affatto un lavoro onesto ed era addirittura violento. Spesso la picchiava ed alzava le mani anche sul figlio. In un'occasione la donna è dovuta ricorrere alle cure mediche.
Era segregata in casa a Sacrofano, costretta a prostituirsi dal marito che le portava i clienti in casa, incurante della presenza del neonato, e poi per strada.
Lo straniero, regolare sul territorio nazionale, aveva inoltre pensato di introdurre la moglie in un giro più grande di prostituzione.
Per obbligarla, la picchiava e la minacciava in continuazione.
Stanca, la donna è scappata di casa e si è rivolta ad un centro antiviolenza e alla Polizia.
Alla Squadra Mobile, diretta dal dott. Vittorio Rizzi, la donna ha raccontato la sua storia, denunciando il marito, nel frattempo resosi irreperibile.
Sono scattate immediatamente le indagini degli agenti della Sezione Criminalità Straniera, finalizzate al rintraccio del marito-aguzzino.
Nella giornata di ieri, a conclusione di un mese di serrate indagini, K.M. è stato rintracciato mentre camminava per le vie del centro della Capitale.
Fermato, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i reati di lesioni e sfruttamento della prostituzione.
Il minore è stato temporaneamente affidato ad una casa famiglia.
Roma, 20 settembre 2010