Tempestivo l'intervento della Polizia di Stato e l’intuito degli agenti intervenuti per “colpi d’arma da fuoco”.
Quando la notte scorsa è arrivata al 112 NUE la telefonata di un’adolescente che chiedeva aiuto perché lei ed i genitori erano in pericolo ed un uomo aveva sparato un colpo d’arma da fuoco, l’operatore della Polizia di Stato ha immediatamente mandato sul posto diverse pattuglie a verificare la segnalazione ricevuta.
In pochi minuti gli agenti della Sezione Volanti, diretta da Massimo Improta, e del V Distretto Prenestino, diretto da Roberto Arneodo, erano all’indirizzo indicato: mentre entravano nel portone del palazzo hanno visto un uomo ed una donna, quest’ultima con un neonato in braccio, che stavano uscendo.
Insospettiti dal loro modo di fare, gli hanno chiesto i documenti ed hanno notato che i 2 erano piuttosto nervosi ed insofferenti al controllo. Interrogati sul motivo di questo atteggiamento, la coppia ha risposto che stava andando a portare il bambino al Pronto Soccorso perché non si sentiva bene ma poi A.G., 26enne romano, ha iniziato a dare in escandescenza cercando di sottrarsi al controllo spintonando gli operatori.
A quel punto 2 poliziotte hanno perquisito D.R., 25enne romana, trovando dentro la sua borsa una pistola pronta all’uso, con altri 5 colpi all’interno, un secondo caricatore con 8 cartucce, il tutto occultato con la federa di un cuscino e 6530 euro.
Da successivi accertamenti la pistola è risultata rubata nel 2017.
Perquisito dai poliziotti anche il ragazzo, nel suo borsello sono stati trovati 330 euro.
Mentre gli agenti facevano salire sulle auto di servizio la coppia, sono scesi in strada una ventina di ragazzi che hanno cercato di impedire l’operazione: chiamato ausilio via radio, sono tempestivamente arrivate altre 3 Volanti e così, mentre 2 pattuglie sono andate negli uffici di polizia per gli atti di rito, altre sono rimaste sul posto per accertare cosa fosse accaduto.
Gli agenti hanno visto un foro di proiettile sul portoncino d’ingresso della palazzina e diverse tracce ematiche che portavano ad un’abitazione del piano terra: suonato il campanello della casa in questione, ad aprire la porta è stato un uomo con una ferita d’arma da taglio sul pollice della mano destra, a suo dire procurato da un coltello da cucina mentre tagliava il pane.
In casa con lui c’erano anche la moglie e la figlia minorenne, entrambe visibilmente scosse: è stata poi proprio la moglie a raccontare che nella tarda serata il marito era andato nell’appartamento di A.G., all’interno dello stesso edificio, per risolvere delle questioni di denaro e che, non vedendolo rientrare, si era affacciata nel pianerottolo ed aveva sentito il 26enne gridare: “TI AMMAZZO! MI DEVI RIDARE I SOLDI!”
A quel punto il coniuge era rientrato, aveva preso un mattarello dalla cucina ed era di nuovo uscito nel ballatoio trovandosi di fronte D.R., che lo aveva aggredito con un grosso coltello procurandogli la ferita alla mano.
Rientrato di nuovo in casa chiudendosi la porta alle spalle, lui e la famiglia hanno sentito urlare: ”TANTO DOVE VAI? TI AMMAZZO” e poi l’esplosione di un colpo d’arma da fuoco.
Per rilevare le tracce ematiche ed eventuali tracce di polvere da sparo addosso alla coppia, è intervenuta la Polizia Scientifica.
A.G. e D.R. sono stati arrestati per estorsione, ricettazione, detenzione abusiva di arma e accensioni ed esplosioni abusive e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati portati in carcere in attesa del processo.
Roma, 29 agosto 2021