POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE NEI CONFRONTI DI MILITARE CAPITANERIA DI PORTO PER NUMEROSISSIMI EPISODI CONTRARI AI PROPRI DOVERI DI MILITARE E DI CITTADINO – DUE SONO GLI INDAGATI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Rimini,
coordinati dal sostituto procuratore presso il Tribunale di Rimini, dr. Cerioni hanno eseguito nella giornata di ieri un'ordinanza del Giudice
delle indagini preliminari di Rimini, dr. Vinicio Cantarini, nei confronti di un militare di 35 anni, in servizio presso la locale Capitaneria di
Porto.
Il provvedimento coercitivo è stato emesso a conclusione di un'attività di indagine, che riguarda due indagati, uno raggiunto da
provvedimento cautelare, iniziata immediatamente dopo la non facile decisione - viste la intimidazione e la qualità dei soggetti coinvolti -
di denunciare del gestore di un bar del lungomare di Rimini e di un venditore ambulante extracomunitario per alcuni fatti accaduti l'estate scorsa,
che evidenziavano condotte vessatorie con contestuali minacce di chiusura del bar e le indebite pretese di utilità varie oltre una patita
aggressione fisica.
L'attività di indagine riguarda due militari ed uno è stato raggiunto da provvedimento cautelare.
L'estate scorsa presso un notissimo bar, il militare che si era presentato per prenotare un tavolo nel vicino ristorante per una successiva serata
ha chiesto e ottenuto un mojito; ad alcuni presenti non è sfuggito l'atteggiamento piuttosto irritante che ha tenuto in quell'occasione il
militare. In quella circostanza, il militare, mentre si allontanava dalla battigia ha incrociato un venditore ambulante: dopo averlo pesantemente
redarguito per indurlo ad allontanarsi dalla spiaggia l'uomo gli ha dato pure un pizzicotto sulla guancia.
Gli altri fatti contestati al militare risalgono sempre all'agosto scorso. L'uomo, infatti, in qualità di appartenente alla Capitaneria di
Porto di Rimini (la cui fattiva collaborazione è stata determinante nel corso dell'attività di indagine) e addetto ai controlli della
battigia e degli esercizi pubblici ivi esistenti, abusando delle sue qualità e minacciando controlli ispettivi e sanzioni, ha costretto il
gestore di un chiosco insistente sulla battigia del lungomare di Rimini ad offrirgli (e ad alcuni accompagnatori) svariati cocktails mojito ed
altri superalcolici, nonchè tentavano di costringere il DJ della struttura a riaccendere la musica (oltre l'orario consentito).
L'uomo al fine di ottenere quanto rappresentato ha sostenuto che il bar non fosse in regola perché aveva violato l'orario di apertura, alla
legittima controdeduzione del gestore il militare diceva che per quella volta non ci sarebbe stata sanzione, dovendo però offrirgli da
bere.
Dalle dichiarazioni assunte dai denuncianti emerge inoltre che il militare in violazione della vigente normativa ha chiesto pretestuosamente i
documenti di identità a un venditore ambulante della zona (che non era persona pericolosa o sospetta) all'unico scopo di sopraffarlo,
intimorirlo e vessarlo e "giustificare" i gesti violenti ed il danneggiamento/furto degli oggetti (ghirlande, collane ed altro) detenuti in vendita
dalla stessa. L'uomo infatti sarà chiamato a rispondere anche del gesto repentino con il quale è riuscito a strappare dal collo di
quel venditore una collana in acciaio che indossava il venditore ambulante, gettandola poi nella sabbia cosi da rendere impossibile il
ritrovamento.
Il militare, poi, dovrà inoltre rispondere di violenza sessuale avendo compiuto alcuni gesti-atti sessuali nei confronti di una donna che
lavorava presso il bar. I fatti risalgono sempre a quella sera di agosto in cui durante una cena prenotata al ristorante di un noto bagno di Rimini
con alcuni amici ha iniziato a commentare la presenza di una delle donne che vi lavorava. L'uomo ha inoltre cinto i fianchi di una delle cameriere,
bloccandola per un istante, al fine di sfiorare la sua nuca contro i seni della ragazza e con gesto repentino l'ha afferrata facendola sedere a
forza sulle sue ginocchia indirizzandole alcune frasi. L'uomo avrebbe inoltre in due occasioni le palpato le natiche della donna.
L'uomo è stata sottoposto all'obbligo di dimora nel comune di Messina, dove è stato trasferito per incompatibilità ambientale
dal Comando militare, con l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.