IL “VIVAIO” DELLA DROGA: LA POLIZIA DI STATO ARRESTA 10 PERSONE
La Polizia di Stato di Rimini fin dalle prime luci dell'alba ha dato esecuzione a 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone aderenti a una rete di spaccio di sostanze stupefacenti che alimentava la riviera romagnola
L'operazione, denominata 'evergreen', è scaturita da articolate investigazioni condotte per circa un anno dalla Squadra Mobile coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo. Gli arrestati, tutti italiani, sono ritenuti gravemente indiziati di un'attività di spaccio di cospicui quantitativi di sostanza stupefacente del tipo "cocaina".
Gli arrestati, pur non avendo frequenti e diretti contatti tra loro, rispettavano una ripartizione territoriale dai confini ben delineati: ciascuno di loro infatti era "attivo" nella propria zona, "coprendola" in orari ben precisi, senza sconfinare (le zone in questione erano Miramare, Marina centro, Rimini Sud/San Marino, Santarcangelo di Romagna/Poggio Berni, San Vito, Corpolò, Viserba e Grotta Rossa).
L'attività di indagine ha tratto origine da un'articolata serie di servizi di osservazione e controllo che permetteva di rilevare "anomale" frequentazioni (regolari e ripetitive) tra soggetti, tutti italiani, assolutamente insospettabili e soggetti invece noti per essere consumatori di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati infatti vi sono tecnici informatici, tassisti, operatori volontari, guardie e giardinieri, tutte persone note in zona per la loro attività lecita.
Ed è stata proprio quest'ultima circostanza a indurre gli investigatori a effettuare ulteriori accertamenti che, mediante una mirata e più specifica attività info-investigativa, ha permesso di raccogliere tutti gli elementi necessari per effettuare ulteriori approfondimenti di natura tecnica.
Dall'attività complessivamente svolta sono dunque emersi i riscontri necessari per chiedere e ottenere i provvedimenti restrittivi della libertà personale eseguiti questa mattina.
E' emerso, per esempio, che GASPERONI Gerardo, detto "GERRI", 43enne di Santarcangelo di Romagna (RN), tecnico informatico della zona, osservava dei veri e propri turni di servizio nella vendita della Cocaina: egli riceveva i propri clienti/acquirenti tutti i giorni in un bar di Santarcangelo di Romagna, dalle 16 alle 18 (fatta eccezione per il giovedì, giorno in cui "prestava servizio" con gli stessi orari, presso un altro bar sempre di Santarcangelo di Romagna). Il dato peculiare che emerge dall'attività è certamente la fermezza con cui il Gasperoni rispettava i propri orari e rifiutava alcune "richieste" fuor-orario, nonché la decisione con cui negava la cocaina a potenziali clienti "referenziati" da acquirenti abituali.
Il Gasperoni Gerardo si è vantato di aver venduto Cocaina fin dal 1989, di averne venduta a tonnellate e di sapere come trattarla, tagliarla e conservarla. Ha speigato che la sua impunità era proprio dovuta al fatto che non si era mai "ingolosito" ed aveva mantenuto il suo giro di acquirenti costante, circa una cinquantina, senza mai aprirlo ad estranei. Si è vantato inoltre del proprio "marchio" sulle confezioni di Cocaina: l'arrestato infatti affermava di confezionare la droga in maniera unica, chiudendole con un lacciolo di colore verde e di tagliarla con criterio, tanto da offrire un prodotto finito di particolare efficacia. I riscontri effettuati, infatti, hanno dato modo di constatare che le "palline" di Cocaina, erano chiuse proprio con un filo metallico con guaina gommata di colore verde.
L'attività investigativa ha permesso poi di scoprire chi fosse il fornitore di GASPERONI Gerardo, e cioè EMENDATORI Giuseppe, detto "GAS", nato a Rimini, nel 1977, il quale sistematicamente ogni settimana, tra martedì e mercoledì, recuperava i soldi relativi alla fornitura precedente da Gerardo ed il successivo venerdì recapitava al medesimo la Cocaina. In parallelo si scopriva che analogo percorso faceva anche con il fratello EMENDATORI Massimiliano, nato a Rimini, nel 1973, che ogni settimana faceva al congiunto un ordine tramite SMS riferito a "litri di latte", gestendo un bar a Viserba di Rimini e che, anche lui ogni martedì consegnava il denaro al fratello, per poi ricevere dal medesimo la Cocaina il venerdì dopo.
Ricostruiti tutti i passaggi a valle e la rete di spacciatori, gli investigatori hanno fatto il "salto" per risalire all'identità del grossista di Cocaina, ovvero a colui al quale riforniva il Gasperoni e l'intera rete di spacciatori.
L'attività, nonostante la delicatezza connessa con il calibro criminale dei personaggi interessati, ha permesso d individuare in RENDINA Luigi, detto "GINO", 60 annui, di San Severo (FG), il vero "fornitore". Egli, coperto dalla gestione di un noto Vivaio TROPICAL, in via della Grotta Rossa, gestiva un imponente giro d'affari legato allo spaccio di Cocaina; era lui stesso a confessare di aver acquistato quel vivaio co n i soldi della Cocaina, di venderla da decenni, di aver fatto arricchire un sacco di spacciatori storici della zona (COME CARBONARA) e di essere scampato ad innumerevoli tentativi delle diverse Forze dell'Ordine di beccarlo, grazie ai numerosi fiancheggiatori (PERSONE CHE GLI VOGLIONO BENE) che lo collaborano.
Si è stimato che ogni settimana GASPERONI vendesse dai 250 ai 300 grammi di Cocaina, oltre un chilo al mese ed EMENDATORI Giuseppe, di conseguenza seguiva i medesimi ritmi; EMENDATORI Massimiliano era sui 10 grammi a settimana, così come NERI Massimo e POLIDORI Mirco; WITT Mirko ed ESPOSITO Gennaro vendevano almeno 30/50 grammi di Cocaina a settimana; BELLAPASTA e DOMENICONI smistavano almeno 100 grammi di Hashish e Marijuana alla settimana; il giro di RENDINA Luigi, invece era molto più ingente, posto che solo ad EMENDATORI Giuseppe, che definiva uno dei suoi più piccoli acquirenti, vendeva almeno 1500 grammi di Cocaina al mese.
Durante le fasi dell'arresto le perquisizioni, gli operatori della Polizia di Stato hanno trovato 100.000 euro in banconote, tutte custodite all'interno di una cassaforte, nonché 50gr. di cocaina.