EDITORIALE dicembre 2013
Esserci sempre Ci saremo quando ci sarà da prevenire ogni forma vecchia e nuova di crimine e quando invece bisognerà affrontarlo e sconfiggerlo. Quando ci sarà da garantire la libera manifestazione del pensiero di ognuno e allo stesso tempo la sicurezza dei cittadini e dei loro beni. Quando ci sarà da educare, soprattutto i più giovani , al valore della legalità. Quando bisognerà difendere i diritti, in particolare dei soggetti più deboli. Quando ci sarà da prestare soccorso e conforto nelle situazioni di emergenza e di sofferenza. Mantenere quest'impegno nel 2014 sarà per noi un compito ancora più arduo che in passato perché dovremo fare affidamento su un organico ridotto di circa 15mila unità. La politica di tagli, negli anni scorsi, non ha risparmiato le nostre risorse. Analoghe carenze affliggono l'Arma dei Carabinieri e, in proporzione ai suoi organici, la Guardia di Finanza. Tutto questo mentre il forte disagio economico e sociale che esiste nel Paese rende ancora più allarmanti le minacce all'ordine pubblico e alla sicurezza. In ogni caso si deve sapere che pur a ranghi ridotti noi non abbiamo alcuna intenzione di deludere le attese e di invocare giustificazioni per abbassare la guardia. Anzi, cercheremo di lavorare in modo ancora più efficace. Stiamo predisponendo un piano di efficientamento per sfruttare con la massima razionalità tutte le risorse di cui disponiamo. Ma le risorse più importanti saranno la professionalità e l'abnegazione delle nostre donne e dei nostri uomini. è a loro che voglio rivolgere un forte appello. Adesso più che mai, pur nella durezza della crisi che non risparmia i bilanci familiari, occorre fare ricorso all'orgoglio di portare la nostra divisa e di servire la comunità. Bisogna stringere i denti e mantenere tra noi la massima coesione, evitare ogni sterile polemica e ogni divisione che possano turbarci e indebolirci. Sono certo che questo appello non resterà inascoltato. Vorrei indicare altri due obiettivi per il 2014. Si tratta di impegni complessi, sui quali si sta già lavorando. Il primo è un riassetto ordinamentale in grado di riarmonizzare i troppi e diversi percorsi oggi seguiti nell'azione delle forze preposte alla sicurezza interna del Paese. è tempo di riconoscere che il superamento del modello previsto dalla legge 121/1981 non ha dato i risultati sperati, e si è troppe volte tradotto in complicazione e in appesantimento anziché in semplificazione e in maggiore incisività. Occorre mettere mano, in maniera equilibrata, ad un ammodernamento di quelle parti dell'apparato normativo della Pubblica sicurezza ormai superate, senza venir meno ai principi ispiratori della 121. Il secondo obiettivo - non meno importante - è quello di puntare su una formazione ancora migliore del nostro personale e sull'innovazione tecnologica. Esigenze che oggi diventano ancora più impellenti non solo perché tutto il mondo va in questa direzione, ma per compensare la riduzione quantitativa di operatori e di risorse economiche alla quale dobbiamo far fronte. Infine voglio rivolgere con sincera commozione un particolare omaggio a tutte le vittime e a tutti i feriti della Polizia di Stato e ai loro familiari. Essi onorano la nostra divisa e l'intero Paese. Così come sento il dovere di ringraziare tutti i poliziotti che per il bene della comunità nazionale e per mantenere alto l'onore del Corpo affrontano ogni giorno grandi rischi e grandi sacrifici che coinvolgono anche i loro cari. A tutti loro e alle loro famiglie auguro di cuore un sereno Natale e un felice Anno nuovo. v Il Capo della Polizia Direttore generale della pubblica sicurezza Alessandro PansaEDITORIALE dicembre 2013 ESSERCI SEMPRE
06/12/2013