La Sezione Criminalità Organizzata ha effettuato fermo di indiziato di delitto a carico di una 48enne brasiliana residente in provincia che falsificava i passaporti di giovani connazionali per impiegarle nei night.
Gli uomini della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, in collaborazione con la Mobile di Forlì, hanno proceduto al fermo di indiziato di delitto di una 48enne brasiliana, C.D.A.N.M., regolare sul territorio, residente nella provincia reggiana, in ordine ai reati di favoreggiamento alla prostituzione, favoreggiamento all'immigrazione clandestina e produzione di documenti falsi.
La donna, che già in passato era finita nel mirino degli investigatori per i reati di favoreggiamento alla prostituzione insieme ad altre connazionali, è stata oggetto di una lunga ed impegnativa indagine che ha permesso di sventare un fitto traffico di giovani donne che provenivano dal Brasile per fare fortuna con il proprio corpo.
La "madame" si occupava di farle arrivare in Italia, attraverso l'aeroporto di Forlì, apponendo lei stessa sui passaporti il visto d'ingresso per motivi di turismo con timbri falsi, trovare loro appartamenti, che accertavano essere stati locati dalla "mediatrice" a Reggio Emilia e Parma, e procurare alle ragazze lavoro presso night e locali notturni.
La lunga indagine, attraverso accertamenti documentali, intercettazioni ed appostamenti, ha permesso di individuare 7 ragazze brasiliane di età compresa tra i 21 ed i 26 anni, sul libro paga della donna fermata e di sequestrare, nell'abitazione della stessa, numerosi timbri contraffatti riportanti le cifre del visto turistico rilasciato del Ministero dell'Interno.
La donna è stata accusata di aver permesso e favorito la permanenza illegale sul territorio delle giovani connazionali e di aver tratto profitto dallo sfruttamento sessuale delle stesse: denunciate quindi non solo le giovani coinvolte nell'indagine ma anche i gestori dei numerosi locali notturni tra Reggio Emilia e Parma.
La principale indagata, sottoposta a fermo, è ora ristretta nel Carcere Femminile di Modena.
