La Sezione Antidroga arresta uno spacciatore tunisino, aveva ceduto gr.2,3 di eroina.
Ieri pomeriggio i poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile hanno notato uno straniero nei pressi del "Punto Snai" di Via Emilia. L'uomo si muoveva con circospezione e veniva avvicinato da altre persone. Al termine di un'attenta osservazione dei suoi movimenti verso le ore 18.30 il tunisino veniva avvicinato da un cliente al quale, dopo quella che sembrava una breve trattativa, cedeva "qualcosa".
Le due squadre di poliziotti appostati nei pressi fermavano contemporaneamente lo straniero e l'acquirente che, davanti all'evidenza dei fatti, ammetteva di aver appena acquistato due dosi di eroina. Lo spacciatore veniva identificato per FEHRI Youssef, di anni 26 clandestino e senza fissa dimora in Italia. Questi aveva ceduto poco prima e sotto lo sguardo dei poliziotti le due dosi di eroina pari a un peso complessivo di gr 2,300.
Lo spacciatore trovato in possesso di 165 euro, tra cui i 50 euro "guadagnati" dall'ultima cessione è risultato dagli accertamenti svolti per la sua identificazione, essere giunto clandestinamente in Italia a Lampedusa lo scorso mese di marzo.
Il sequestro di sostanza stupefacente di tipo eroina conferma l'attuale tendenza all'uso di questo tipo di droga, la cui propensione al consumo sembra essere in ascesa, anche mediante nuove modalità di assunzione, che hanno contribuito a "sdoganare" l'eroina ritenuta tradizionalmente droga meno nobile, perché associata all'idea del "buco".
Infatti, come accertato nel corso dell'operazione "TIN FOIL" dello scorso mese di settembre è attualmente invalsa la tendenza ad inalare i fumi dell'eroina bruciata in ritagli di carta stagnola.
Nel corso dell'operazione antidroga, i poliziotti hanno rintracciato sempre nella stessa zona un italiano i cui familiari, preoccupati per il suo ingiustificato allontanamento nel primo pomeriggio, avevano allertato la Polizia di Stato per le ricerche. L'uomo trovato in buone condizioni ed accompagnato a casa, si era allontanato volontariamente a seguito di un banale litigio in famiglia.