La Polizia di Stato di Reggio Emilia arresta un presunto trafficante di stupefacente di stupefacente e deferisce in stato di libertà il complice minorenne
Nell’ambito dei controlli, anche straordinari, dell’area della stazione ferroviaria storica, gli investigatori della Squadra Mobile notavano la presenza di un minore che si spostava con un monopattino elettrico. Il giovane veniva monitorato per i movimenti sospetti e perché nipote di un cittadino tunisino, classe 1983, irregolare sul territorio nazionale, già emerso nel corso dell’operazione “Rexit” e già gravato da quattro condanne per traffico di sostanza stupefacente [in data 22 gennaio 2021 condanna di anni 1 e mesi 6 di reclusione; In data 02 febbraio 2019 condanna mesi 5 di reclusione; In data 25 novembre 2017 condanna mesi 8 di reclusione; In data 23 agosto 2016 condanna anni 1 di reclusione].
Il servizio di osservazione del minore consentiva di rilevare un repentino incontro con una donna reggiana, in questa Piazza Fiume, e, soprattutto, permetteva di individuarne il domicilio.
In data 23.05.2023, quindi, nei pressi del Palazzetto di via Guasco gli investigatori della Squadra Mobile rintracciavano il cittadino tunisino cl. 1983. La perquisizione personale consentiva di rinvenire nella tasca dei pantaloni due involucri di sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso lordo di grammi 1,09 e la somma di €163. Gli operatori di Polizia, quindi, si recavano presso l’abitazione individuata quale domicilio del minore e, come accertato nel corso della perquisizione, dello zio. L’attività di perquisizione consentiva di rinvenire, nella camera da letto occupata dal cittadino tunisino cl. 83, 108 involucri di cocaina per un peso di grammi 57,20 ed ulteriori 2 involucri di cocaina del peso di grammi 81,75 oltre a materiale idoneo al confezionamento.
Sulla scorta di quanto rinvenuto si procedeva a trarre in arresto il cittadino tunisino classe 1983; il nipote, minore, veniva deferito in stato di libertà all’A.G. per i minorenni. L’attività di indagine successiva alla perquisizione, infatti, consentiva di identificare ed escutere alcuni acquirenti dell’arrestato; un acquirente, in particolare, dichiarava di avere acquistato stupefacente dall’arrestato ma che, in alcune circostanze, lo stupefacente gli era stato consegnato da un ragazzo molto giovane che veniva identificato nel nipote minorenne.