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lectio magistralis del Procuratore Aggiunto Dott. Gaetano Paci sulle misure di prevenzione patrimoniali

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Conferenza Procuratore Paci su misure prevenzione

si è tenuta presso la Sala Calipari della Questura

Nella mattinata di ieri, presso la Sala “Calipari” della Questura di Reggio Calabria, il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Dott. Gaetano Paci, ha tenuto una lectio magistralis sul tema delle misure di prevenzione patrimoniali, nell’ambito delle iniziative di formazione e aggiornamento professionale del personale della Polizia di Stato.

Dopo un breve excursus storico sul retroterra ideologico di questo istituto, che << da strumento di controllo della dissidenza politica è divenuto, nel 1956, mezzo di controllo della marginalità sociale che poteva nuocere all’ordine borghese precostituito >>, il Dott. Paci ha focalizzato l’attenzione sull’importante contributo dato da Pio La Torre nel 1982 che, per primo, seppe individuarne l’importanza strategica come strumento di aggressione patrimoniale, finalizzato ad impedire l’accumulazione illecita di capitali. A tale funzione, si è progressivamente aggiunta quella della destinazione sociale dei beni confiscati alla mafia, in una logica di redistribuzione sociale, a difesa delle regole di “democrazia economica” nel mercato. Emerge, così, la ratio sottesa alle misure di prevenzione patrimoniali che consiste nella necessità di colpire la pericolosità in sé del patrimonio di origine illecita, ritenuto sia un fattore inquinante del corretto svolgimento dei rapporti economici, sia un elemento di rafforzamento del potenziale criminoso delle organizzazioni criminali.

Evidenziando la natura preventiva di tali misure che, dunque, prescindono dall’accertamento della commissione di uno specifico fatto di reato e presuppongono, invece, il non facile accertamento della pericolosità sociale del proposto, il Dott. Paci si è soffermato sulle garanzie procedimentali sottese all’emissione delle stesse, in conformità agli standard del c.d. “giusto processo” di cui alla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo. A tal proposito, nel 2014, il Parlamento Europeo ha sollecitato l’introduzione nei singoli Paesi dell’Unione Europea di una normativa riguardo alle misure di prevenzione che prendesse come modello quella italiana.

Il Procuratore Aggiunto, dopo aver affrontato l’aspetto della titolarità del potere propositivo delle misure di prevenzione, ha evidenziato il progressivo allargamento dei soggetti destinatari delle stesse, distinguendo tra c.d. “pericolosi semplici” e c.d. “pericolosi qualificati”. I primi sono coloro che vivono con mezzi economici provento della tendenza abituale al crimine fra i quali, oggi, rientrano gli autori abituali di truffe, illeciti tributari, appropriazione indebita, nonché i soggetti che fanno abituale uso strumentale del loro potere per fini di arricchimento privato, incorrendo nei reati di corruzione, malversazione e concussione. I secondi sono, fra gli altri, i soggetti indiziati di reati associativi e di appartenenza ad organizzazioni di tipo mafioso, nonché di altri gravi delitti di competenza della Procura Distrettuale.

È stato, poi, messo in luce come la pericolosità sociale si trasferisca dai soggetti ai beni, la cui provenienza illecita diviene caratteristica indefettibile degli stessi, consentendo di sottoporre ad accertamenti patrimoniali anche coloro per i quali sia intervenuta sentenza di assoluzione o che, frattanto, siano deceduti.

È di tutta evidenza come, oggi, il contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso passi, anche e soprattutto, attraverso l’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati e la susseguente necessaria loro destinazione a fini sociali.

La lectio magistralis è servita senz’altro ad accrescere la competenza professionale degli operatori della Polizia di Stato nel senso sopra detto.

Reggio Calabria, 16 giugno 2016


16/06/2016

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