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Arrestato narcotrafficante della 'ndrangheta calabrese

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rintracciato dalla Polizia a Roma

Nella serata di ieri, a conclusione di prolungati servizi di osservazione e pedinamento svolti nell'ambito di una complessa ed articolata attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Reggio Calabria e Roma e del Commissariato di P.S. di Siderno (RC), localizzavano e catturavano nella Capitale, il latitante CRISAFI Vincenzo , ritenuto vicino alle cosche Romeo e Giorgi di San Luca (RC), sottrattosi il 24 luglio scorso all'esecuzione del fermo di indiziato di delitto emesso, per traffico internazionale di sostanze stupefacenti nell'abito dell'operazione "Puerto Liberado". Il latitante riconosciuto e fermato dagli investigatori della Polizia di Stato in Via Appia del quartiere San Giovanni in Roma, non opponeva alcuna resistenza. Al CRISAFI, considerato l'emissario dell'organizzazione criminale in Germania ed Olanda, è contestato il delitto di associazione per delinquere finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, importate in Italia dall'estero, attraverso i porti di Rotterdam, Napoli, Salerno, Genova e Gioia Tauro (RC), nonché numerosi altri delitti scopo legati al traffico di cocaina. Nello specifico, il CRISAFI è ritenuto responsabile, in concorso con altri trafficanti, di aver acquistato ed importato in Italia: attraverso il porto di Gioia Tauro un ingente quantitativo di cocaina in data antecedente al 22.05.2013; attraverso il porto di Rotterdam, un ingente quantitativo di cocaina pari a 75 o 100 kg giunto su una nave MSC, con rotta Callao (Perù)-Rotterdam, da trasportare in Italia a bordo di un camion, in data antecedente al 23.06.2013; in qualità di intermediario, 469 kg di cocaina trasportati dal Sud America attraverso un veliero. Fatto commesso in Sud America e Gioia Tauro nei mesi di giugno, luglio ed agosto 2013. Le indagini, avviate nel marzo 2011, a seguito del sequestro di una partita di cocaina occultata all'interno di un container giunto presso lo scalo gioiese, consentivano di individuare l'esistenza di una vera e propria organizzazione criminale, radicata nel territorio della Piana, che avvalendosi della fattiva collaborazione di personale infedele della società di gestione della banchina merci del porto calabrese, provvedeva a far fuoriuscire i carichi di stupefacente in arrivo dai maggiori porti del Sud America. E' emerso, inoltre, come il compenso per l'organizzazione fosse pagato con una parte del carico importato, corrispondente ad un quantitativo variabile in relazione al peso specifico criminale della cosca importatrice, tra il 10 ed il 30% del totale del carico. Inoltre, veniva appurato come, in taluni casi, considerata la redditività del business degli stupefacenti, l'organizzazione avesse investito direttamente nell'importazione della cocaina, inviando i propri membri a contrattare con i narcos sudamericani.
20/08/2014

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