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La Polizia di Stato ha indagato in stato di libertà D.I.D. 33enne cittadino bulgaro, per i reati di uso di atto falso e falsa attestazione a un pubblico ufficiale su qualità personali.

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La Polizia di Stato ha indagato in stato di libertà D.I.D. 33enne cittadino bulgaro, per i reati di uso di atto falso e falsa attestazione a un pubblico ufficiale su qualità personali.

La Polizia di Stato ha indagato in stato di libertà D.I.D. 33enne cittadino bulgaro, per i reati di uso di atto falso e falsa attestazione a un pubblico ufficiale su qualità personali.

          Ieri mattina i poliziotti della Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e dell’Immigrazione della Questura di Ravenna, al termine dell’iter istruttorio, hanno denunciato, a piede libero, alla Procura della Repubblica di Ravenna il 33enne cittadino bulgaro D.I.D. che, aspirando a svolgere le mansioni di addetto ai servizi di controllo nei locali pubblici, aveva presentato false istanze e dichiarato qualità proprie che non gli appartenevano.

In particolare un’azienda ravennate che si occupa di addetti al controllo nei locali pubblici ha chiesto alla Prefettura di Ravenna di potersi avvalere della collaborazione del 39enne D.I.D. che, allo scopo, aveva comunicato di essere in possesso di regolare decreto per l’esercizio di tale attività, emesso dalla Prefettura di Grosseto, oltre a dichiarare di essere immune da precedenti penali.

          Gli approfondimenti che in questi casi vengono eseguiti dai poliziotti della Divisione Polizia Amministrativa Sociale e dell’Immigrazione della Questura hanno fatto emergere una realtà ben diversa.

          Infatti è risultato che l’uomo, nell’anno 2015, aveva ricevuto dalla Prefettura di Ravenna un provvedimento di diniego all’esercizio dell’attività di addetto al controllo nei locali pubblici in considerazione del fatto che D.I.D. aveva riportato condanne passate in giudicato per minacce, lesioni personali e guida in stato di ebrezza.

         

 

Un ulteriore controllo presso la Prefettura di Grosseto evidenziava che il numero di decreto di cui D.I.D. aveva riferito la titolarità, era in realtà stato concesso ad una terza persona risultata estranea alla vicenda.


10/07/2019

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