La Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione di Polizia Stradale di Ravenna, aderendo all’ “operazione alto impatto” disposta dal centrale Servizio di Polizia Stradale, e volta al contrasto di quei fenomeni delinquenziali derivanti dall’esercizio abusivo delle attività connesse ai veicoli stradali, ha condotto l’operazione Dedalo.
In tale ambito, sono state sottoposte a controllo società di commercio di autoveicoli presenti nella Provincia di Ravenna e che nell’ultimo periodo hanno evidenziato un dettagliato e comune modus operandi.
L’attività si svolge seguendo un preciso percorso sinteticamente così delineato:
- Cittadino straniero, generalmente di nazionalità rumena;
- Residenza del futuro titolare in uno dei Comuni della Provincia di Ravenna;
- Iscrizione alla Camera di Commercio Industria Artigianato e dell’Agricoltura di Ravenna di una impresa individuale per lo svolgimento dell’attività di commercio auto usate, al dettaglio o ingrosso, frequentemente su catalogo;
- Tramite biglietto “Acquisto Auto e furgoni usati di qualsiasi marca con molti chilometri anche con problemi amministrativi” propaganda dell’attività di compra/vendita;
- Pubblicazione di inserzioni su siti on-line del settore di commercio veicoli ;
- Contatto con il cliente sia venditore o acquirente, generalmente telefonico, trattativa “in strada”, pagamenti frequentemente in contanti;
- Passaggi di proprietà con agevolazione prevista ex art.56 d.lgs 446/1997 (c.d. minipassaggio);
- Vendita a privati in Italia, ma anche esportazione verso Paesi dell’Unione Europea specialmente di veicoli colpiti da “gravami e/o fermi amministrativi”.
Una di queste attività, in particolare, gestita da un cittadino di origine rumena ha immediatamente insospettito gli operatori.
Infatti dagli accertamenti effettuati è risultato che:
- presso la sede dell’impresa intestata al cittadino rumeno è presente una “villetta” suddivisa in due appartamenti, in uno dei quali risiede il nucleo familiare del rumeno;
- mancano gli spazi espositivi dove esercitare l’attività.
L’attività, quindi, veniva svolta esclusivamente on-line oppure per contatti diretti, su catalogo.
Le operazioni di vendita venivano svolte soprattutto da intermediari non autorizzati.
L’esito della minuziosa ispezione all’attività ha permesso l’accertamento di svariati illeciti amministrativi, tra i quali la mancanza dei registri di carico e scarico dei veicoli ricevuti per la vendita successiva, sui quali operare le previste ispezioni.
Dal 2013, anno di inizio dell’attività, nessun documento fiscale risulta mai emesso dalla ditta.
Ma vi è di più.
Dall’attività di indagine della p.g. della Polstrada è emerso che il C.I., classe 1969:
- in passato è stato intestatario di oltre 400 veicoli, la maggior parte dei quali attualmente di proprietà di altri soggetti;
- ad oggi risulta intestatario di 56 veicoli, di cui nessuno nella sua materiale disponibilità.
Si è accertato, poi, che tali ultimi veicoli continuavano ad effettuare transiti autostradali (circa 1200) senza pagarne il corrispettivo pedaggio, per un importo complessivo di oltre €.34.000.
E’ emerso, quindi, che il C.I. si prestasse alla c.d. intestazione fittizia dei veicoli, sanzionata dall’art. 94 bis del Codice della Strada.
Gli intestatari fittizi di veicoli sono in buona sostanza dei prestanome, a cui è intestato il veicolo che però non è nella loro materiale disponibilità.
Generalmente, questo fenomeno, denominato “intestazione fittizia di veicoli” viene messo in atto da soggetti che in cambio di poche monete si lasciano intestare auto e motoveicoli, utilizzati perlopiù da extracomunitari provenienti dall’Est Europa, dall’Albania, dalla Romania e dal Nord Africa, ma non è da escludere, anzi spesso lo conferma l’attività investigativa, che i finti proprietari, fungendo da prestanome, riforniscano persone o vere e proprie organizzazioni criminali dedite ad attività illecite, consentendo a questi soggetti di poter commettere reati e andarsene in giro indisturbati con macchine “pulite”.
Per cui è da ritenere che in molti casi gli effettivi utilizzatori di detti veicoli, sono tutti personaggi già noti alle Forze dell’Ordine poiché coinvolti in attività delinquenziali e illecite, e alle loro spalle nella maggior parte di casi si trovano organizzazioni criminali invischiate in furti, rapine, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, induzione e sfruttamento della prostituzione, incidenti stradali con fuga e conseguente omissione di soccorso, possesso di falsa documentazione assicurativa, insolvenze fraudolente, frodi fiscali e altri reati.
Grazie all’applicazione dell’articolo 94 bis del C.d.S. (divieto di intestazione fittizia di veicoli), norma introdotta nell’anno 2010 proprio per contrastare in modo efficace e concreto questo fenomeno, alla “testa di legno” proprietario di tutti questi veicoli, ben 54, sono stati contestati altrettanti verbali, per una sanzione complessiva di oltre 54.000 euro e, a breve, detti veicoli saranno radiati dalla circolazione, con la conseguenza che a seguito di rintraccio e controllo saranno sequestrati e confiscati.
Un importante obbiettivo raggiunto dagli uomini della Polizia Stradale della Sezione di Ravenna, che con l’operazione Dedalo hanno intrapreso una decisa attività di controllo e contrasto di tutte queste imprese della Provincia di Ravenna ed del fenomeno degli intestatari fittizi di veicoli, attività tutt’ora in corso con osservazione e controllo di altre figure.
Ravenna, 12 ottobre 2016