Il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e la Squadra Mobile di Lecco hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Autorità giudiziaria di Pisa nei confronti di tre persone ritenute responsabili di traffico e commercio di sostanze stupefacenti. Le indagini avviate nel gennaio del 2016 hanno consentito, anche attraverso attività investigative online effettuate sotto copertura, di acquisire gravi indizi a carico di un italiano, un brasiliano e un albanese, dediti alla vendita massiva di hashish, cocaina, marijuana e droghe sintetiche, offerte nella darknet su siti come “I.D.C. - Italian Darknet Community” che, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Lecco è stato oscurato nella parte accessibile tramite l’open web.
Nella darknet, sono presenti numerosi venditori che, servendosi dell’anonimato offerto dal sistema, commercializzano stupefacenti, armi, documenti contraffatti e merce illegale di ogni tipo. Gli ordinativi vengono pagati con “criptovalute” come il bitcoin, e successivamente spediti come plichi anonimi.
L’italiano arrestato è stato segnalato dalle autorità americane come un pericoloso trafficante di droga emerso durante alcune indagini condotte dalla F.B.I. statunitense che, hanno portato nel 2013 alla chiusura del blackmarket “Silk Road”; All’epoca, tuttavia, non furono raccolti elementi di informazione sufficienti ad identificarlo. Le attività svolte dagli investigatori della Polizia hanno permesso di ricostruire come l’indagato abbia compiuto oltre 2.000 cessioni di droga sul web a partire proprio dal 2013. Nel corso dell’inchiesta sono state sequestrate significative quantità di stupefacenti, tra cui oltre 2 chilogrammi di droghe sintetiche, sono stati effettuati alcuni arresti in flagranza di reato ed inoltre è stato eseguito un provvedimento restrittivo nei confronti di un ulteriore indagato. Presso la Procura della Repubblica di Bergamo è stata stralciata la posizione di un italiano, lì residente, indagato in stato di libertà per riciclaggio ed esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria, ritenuto uno dei principali “cambia valuta” illegali in Italia di monete virtuali.
Nel medesimo contesto investigativo nelle province di Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Catania, Cosenza, Cremona, Cuneo, Firenze, Lecco, Milano, Napoli, Novara, Perugia, Pesaro Urbino, Reggio Emilia, Roma, Teramo, Torino, Trento, Varese, Venezia e Verona sono state eseguite 45 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti soggetti, emersi come acquirenti di bitcoin e di merce illegale “online”. Nella provincia ravennate la Squadra Mobile ha collaborato all’indagine anche con una serie di accertamenti finalizzati all’identificazione di eventuali corresponsabili che attraverso l’utilizzo di postazioni informatiche dotate dei software necessari alla completa “anonimizzazione” della navigazione, potessero avere avuto un ruolo penalmente perseguibile.
Ravenna, 28 aprile 2017