La Polizia di Stato, coordinata personalmente dal Procuratore Capo della Procura di Ravenna, dott. Alessandro Mancini, ha decapitato un’associazione a delinquere pakistana finalizzata ad alterare il risultato degli esami teorici per il conseguimento della patente di guida.
Più precisamente alle ore 05:00 di domenica 13 novembre, la Polizia Stradale di Ravenna, coadiuvata dal Compartimento di Bologna e dalle Sezioni di Modena e di Brescia, con l’operazione MANGUSTA , ha eseguito la cattura di 4 cittadini pakistani, appartenenti ad una associazione per delinquere finalizzata ad alterare il risultato degli esami teorici per il conseguimento della patente di guida.
Gli arresti sono stati eseguiti a Ravenna (precisamente a sant’Agata sul Santerno, ove risiede uno dei vertici dell’associazione), a Modena e a Brescia.
Gli arrestati risultavano colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal g.i.p. di Ravenna, ordinanza che prevedeva anche altri tre provvedimenti restrittivi di altrettanti cittadini pakistani al momento latitanti o irreperibili.
I sette indagati risultano elementi di spicco dell’ associazione, per anni (dal 2012 al 2014) monitorati dal personale della Polizia di Ravenna.
Con l’operazione MANGUSTA, la Squadra di polizia giudiziaria della Sezione di Ravenna ha accertato il modus operandi dell’associazione a delinquere pakistana.
Segnatamente, l’organizzazione era composta da due vertici che coordinavano altri sodali, i quali dovevano individuare connazionali interessati al conseguimento della patente di guida italiana.
Una volta individuati, gli stessi venivano iscritti all’esame teorico per privatisti presso la Motorizzazione Civile, dove, tramite un pc, il candidato deve superare la prova rispondendo positivamente ad un minimo di 36 domande su 40 quiz unipersonali.
L’associazione procurava al candidato telefoni cellulari, auricolari e microcamere, per mezzo dei quali le domande venivano “trasferite” ad un suggeritore esterno che, in tempo reale, forniva le risposte esatte. Avvalendosi di questo modus operandi, gli associati facevano superare l’esame teorico a candidati non idonei i quali, in molti casi, non erano in grado di leggere e comprendere la lingua italiana, e, ancor più, erano privi di conoscenza alcuna delle regole basilari del codice della strada.
Al termine dell’esame, l’associazione si faceva corrispondere dai candidati una somma variabile tra i 1.800 e i 2.500 euro.
Nel corso delle indagini, molte di queste prove sono state di fatto interrotte in flagranza dall’intervento della Polizia.
Diversi esami, invece, accertati solo successivamente, hanno portato all’emissione da parte del giudice per le indagini preliminari, di 9 misure cautelari reali di sequestro della patente di guida.
Con l’“operazione MANGUSTA”, la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polstrada di Ravenna ha neutralizzato l’associazione a delinquere pakistana, garantendo alla giustizia i responsabili dei reati e impedendo che altri inidonei alla guida possano invece conseguire indebitamente la patente e costituire un pericolo per la sicurezza stradale.
Ravenna, 15 novembre 2016