Oggi la Polizia di Stato a conclusione di complesse e articolate indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha tratto in arresto a Ravenna due persone per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società.
L’inchiesta, convenzionalmente denominata ”Alchemia”, ha riguardato anche le regioni Liguria, Calabria, Lazio e Piemonte dove sono state eseguite dalla Polizia di Stato e dalla D.I.A. 42 misure cautelari di cui 34 in carcere, 6 ai domiciliari e 2 interdittive dall’esercizio di un pubblico ufficio. Tutti gli arrestati sono affiliati e contigui alla ‘ndrangheta delle cosche reggine “RASO – GULLACE – ALBANESE” e “PARRELLO – GAGLIOSTRO.
Destinatari della misura restrittiva della custodia cautelare in carcere anche due persone domiciliate a Ravenna D.V. 48enne residente a Ravenna e A.A.B. 49enne napoletano ritracciato in un albergo del ravennate.
L’indagine si è sviluppata in due fasi operative: una, condotta dal Centro Operativo D.I.A. di Genova, collaborato dai Centri Operativi di Reggio Calabria e Roma, nei confronti di elementi affiliati alla cosca mafiosa “RASO-GULLACE-ALBANESE” di Cittanova (RC); l’altra, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, dalla Squadra Mobile di Genova e di Reggio Calabria con riguardo a soggetti appartenenti alla medesima consorteria mafiosa ed a quella denominata “PARRELLO-GAGLIOSTRO” di Palmi (RC).
Le investigazioni hanno disvelato il grande interesse degli appartenenti alle citate consorterie della ‘ndrangheta per diversi settori “strategici”, quali il movimento terra, l’edilizia, l’import-export di prodotti alimentari, la gestione di sale giochi e di piattaforme di scommesse on line, la lavorazione dei marmi, autotrasporti, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali, con l’individuazione di società intestate a prestanome.
Affiliati alla cosca cittanovese operanti in Liguria hanno confermato il loro profilo di pericolosità e di solido collegamento con la “casa madre”, evidenziando ancora una volta il rilevante ruolo della Liguria nelle dinamiche e negli interessi della ‘ndrangheta nel Nord Italia.
E’ stata altresì documentata la partecipazione a diversi summit mafiosi da parte degli indagati, sancendo la loro appartenenza all’organizzazione criminale di matrice calabrese.
Inoltre è stata accertata la rituale affiliazione di figli di ‘ndraghetisti al momento del compimento della maggiore età.
Sono state comprovate relazioni con esponenti della politica reggina, anche a livello nazionale, funzionali ad un reciproco scambio di favori, che hanno confermato l’interesse che le cosche hanno nel coltivare le indispensabili connessioni con il mondo politico. Altri rapporti intrattenuti con le medesime finalità sono stati riscontrati con funzionari dell’Agenzia delle Entrate e della Commissione Tributaria di Reggio Calabria.
Inoltre, in Liguria e Piemonte, è stata accertata l’infiltrazione degli appartenenti alla cosca “RASO-GULLACE-ALBANESE” in sub-appalti già aggiudicati per la realizzazione dell’infrastruttura ferroviaria d’interesse nazionale denominata “Terzo Valico dei Giovi”, attualmente in fase di costruzione con l’avvenuta cantierizzazione di siti afferenti al settore ligure/piemontese. Allo scopo di agevolare l’inizio dei lavori alcuni affiliati hanno anche sostenuto il movimento “SI’ TAV”.
Le imprese edili e di movimento terra riferibili alla cosca “RASO-GULLACE-ALBANESE”, hanno acquisito anche appalti dalla Cooperativa “Coopsette”, attraverso la corruzione di dipendenti infedeli che assegnavano le commesse a seguito dell’approvazione di preventivi appositamente “gonfiati”, così consentendo un maggior guadagno alle imprese mafiose e assicurarsi il pagamento di un corrispettivo.
La complessa attività investigativa ha permesso infine di documentare gli stretti rapporti e la sussistenza di interessi economici comuni tra la cosca “RASO-GULLACE-ALBANESE” e quella dei “PARRELLO-GAGLIOSTRO” di Palmi (RC), i cui affiliati gestiscono numerose società – attive prevalentemente nel settore dei servizi di igiene ambientale con sedi in Lombardia, Emilia Romagna e Calabria - intestate a prestanome che, grazie a compiacenti imprenditori e manager genovesi e romani, avevano acquisito, tra gli altri, il sub-appalto per i servizi di igiene civile e industriale di “Poste Italiane S.p.a.” e “Alleanza Assicurazioni S.p.a.” in provincia di Reggio Calabria.
Sono stati documentati consistenti investimenti all’estero nel settore immobiliare mediante una serie di operazioni realizzate in costa Azzurra, nelle Canarie ed in Brasile, attraverso il riciclaggio di capitali di provenienza illecita e la contestuale acquisizione di disponibilità finanziarie in quei Paesi in forza di rapporti instaurati con fiduciari locali.
E’ stato, infine, eseguito il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari per un valore complessivo stimabile in una quarantina di milioni di euro.
Ravenna 19 luglio 2016