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“Ingiurie e minacce alla ex: la Polizia di Stato gli notifica divieto di avvicinamento”

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Nel novembre 2015 personale della Polizia di Stato notificava ad un faentino, S.A. di 45 anni, il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria di Ravenna con il quale gli veniva intimato di rimanere a 500 metri dalla sua ex convivente e dai luoghi frequentati da quest’ultima inibendogli, inoltre, di comunicare con lei con qualsiasi mezzo.

 

L’Autorità Giudiziaria si era determinata ad emettere questo provvedimento cautelare a tutela della donna a seguito delle denunce da lei rese e dagli esiti delle capillari indagini svolte dai poliziotti del Commissariato di Faenza che avevano dato riscontro ai racconti forniti dalla vittima.

 

La donna aveva subìto vessazioni di ogni tipo, minacce, danneggiamenti della propria autovettura e messaggi ingiuriosi inviati dall’uomo sia tramite sms che via facebook. Gli episodi, culminati con una aggressione avvenuta in un bar di Faenza, avevano gravemente minato la serenità della donna che in passato aveva avuto una relazione sentimentale con l’uomo.

La donna viveva ormai in uno stato d’ansia costante, determinato dalla paura di poterlo incontrare, motivo per cui in più occasioni aveva richiesto ad amici e familiari di farsi accompagnare a casa.

Nonostante la misura emessa a protezione della donna, l’indagato aveva continuato a commettere ulteriori fatti gravi nei suoi confronti, tanto che nel dicembre 2015 il Giudice per le Indagini Preliminari aveva aggravato la misura sostituendola con quella degli arresti domiciliari.

Il provvedimento, che ripristinava il “divieto di avvicinamento alla persona offesa con obbligo di firma”, cessava ad aprile di quest’anno in seguito al trasferimento all’estero dell’indagato per motivi di lavoro. 

Tuttavia la serenità della parte offesa non è durata a lungo, poichè all’inizio del mese di giugno l’uomo rientrava a Faenza e inevitabilmente, incontrando occasionalmente la donna in un bar cittadino, l’affrontava verbalmente apostrofandola in malo modo e minacciandola di morte.

In seguito a quest’ultimo episodio, il GIP riteneva il comportamento dell’indagato sintomatico di una incapacità di controllarsi in presenza della ex e quindi, ritenendo sussistenti la pericolosità e l’attualità di esigenze cautelari, lo sottoponeva nuovamente alla misura cautelare del “divieto di avvicinamento” che veniva notificato dagli agenti del Commissariato di Faenza.

 

Ravenna, 16 luglio 2016


18/07/2016

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