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Faenza: la Polizia interviene ancora per un'altra violenza di genere

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Faenza: la Polizia interviene ancora per un'altra violenza di genere

Faenza: la Polizia interviene ancora per un'altra violenza di genere

Nel pomeriggio di ieri la Polizia di Stato – Commissariato di P.S. di Faenza – ha dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento applicata nei confronti di un uomo di 44 anni, originario della provincia di Napoli, con precedenti di Polizia per simulazione di reato e molestie, da tempo residente a Faenza con la moglie e i figli. La misura è il punto di arrivo di una serie di atti persecutori, minacce e molestie che l’uomo ha posto in essere nel corso del tempo nei confronti della ex moglie.

Nel novembre del 2016 la donna si è separata dal marito anche a causa di una  patologia psichica che aveva aggravato la situazione e reso la convivenza ancora più insostenibile, portando l’uomo a manifestazioni progressivamente sempre più violente ed aggressive nei suoi confronti. Già nel marzo 2017 il Tribunale -Sezione Civile - di Ravenna, a seguito di ricorso presentato dalla donna, aveva ordinato all’uomo il divieto di avvicinarsi alla casa di Faenza abitata dalla ex moglie e ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa e dai figli minori e ciò fino all’udienza che si sarebbe tenuta nel contraddittorio delle parti.

Ciononostante l’uomo ha continuato imperterrito a perseguitare l’ex moglie in un crescendo ossessivo di telefonate, chiamandola in alcune giornate più di 100 volte, fino a costringerla a cambiare il numero telefonico, ed inviandole continui messaggi nei quali le chiedeva di tornare insieme, minacciando intenti autolesionistici; ponendo in essere inoltre  appostamenti e pedinamenti, presentandosi più volte davanti alla sua abitazione o vicino alla sua autovettura, attendendo il suo rientro o la sua uscita da casa o dal lavoro, comparendole all’improvviso in ogni luogo e ad ogni ora e rimanendo immobile a fissarla, coinvolgendo inoltre anche i figli nelle richieste di informazioni o del nuovo numero di telefono della mamma, ingenerando così anche in loro un forte turbamento.

Alla fine di marzo scorso la donna, esasperata, ha presentato una prima denuncia per molestie. Da quanto gli investigatori hanno appurato, l’uomo di fatto non ha mai accettato la separazione e probabilmente la patologia di cui soffre ha amplificato progressivamente le sue ossessioni di controllo nei confronti della ex moglie attraverso appostamenti, invio di messaggi via cellulare o ricerca di una qualsiasi forma di contatto.

Le condotte reiterate tenute dall’uomo hanno ingenerato uno stato di ansia tale da costringere anche la donna a dovere ricorrere a cure mediche e a temere quindi seriamente per la propria incolumità e per quella dei tre figli minori conviventi.

A causa di questo accresciuto timore, la stessa ha deciso di presentare alla Polizia di Faenza una ulteriore denuncia per atti persecutori e molestie, anche alla luce dell’inottemperanza al divieto di avvicinamento ordinato dal Tribunale Civiledi Ravenna, chiedendo che l’ex marito potesse essere sottoposto ad un costante controllo volto ad impedire che egli potesse liberamente muoversi.

In sede di denuncia i poliziotti hanno invitato la donna a contattare immediatamente le Forze dell’Ordine nell’eventualità in cui l’ex marito si fosse avvicinato o si fosse presentato sotto casa. Nel frattempo hanno posto in essere celermente una serrata attività investigativa di verifiche e riscontri che ha portato l’Autorità Giudiziaria competente, considerata la gravità e la ricorrenza dei comportamenti delineati,  ad emanare, nella giornata di ieri, la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla donna e dai figli, con l’obbligo di mantenere dagli stessi una distanza non inferiore a 500 metri, oltre al divieto di comunicare con loro con qualsiasi mezzo, in modo da salvaguardare l’incolumità della parte offesa e dei figli minori, lasciando comunque la possibilità, nel malaugurato caso che l’uomo dovesse on osservarla, di porre in essere misure più restrittive della libertà personale, quali gli arresti domiciliari o la custodia cautelare in carcere.

Ravenna, 25 maggio 2017


26/05/2017

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