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La Polizia disarticola associazione per delinquere transnazionale

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La Polizia disarticola associazione per delinquere transnazionale

La Polizia di Stato - Servizio Centrale Operativo e Squadra Mobile di Ragusa - hanno eseguito i provvedimenti di Fermo di indiziato di delitto per associazione per delinquere dedita alla tratta di esseri umani di 4 stranieri nigeriani.

Le 4 persone catturate (un uomo e tre donne), approfittando dello stato di estrema indigenza in cui versavano le vittime, mediante l'inganno della promessa di un lavoro lecito e con minacce di mali ingiusti per sè e per i propri familiari (riti voodoo), reclutavano ed introducevano nel territorio dello Stato donne al fine di indurle e costringerle a prestazioni lavorative di tipo sessuale, con l'aggravante di aver commesso i fatti reato, al fine dello sfruttamento della prostituzione e per aver cagionato grave pericolo per la vita o l'integrità fisica e psichica della persona offesa.

Nel mese di febbraio di quest'anno, in uno degli sbarchi di migranti giunti presso il porto di Pozzallo, gli uomini della Polizia di Stato di Ragusa notavano che tra i 126 sbarcati vi erano numerosissime donne di origine nigeriana.

In relazione all'esperienza maturata, gli uomini della Squadra Mobile e avvalendosi tra l'altro di una giovane interprete nigeriana, sono riusciti ad indurre una giovanissima migrante a raccontare agli investigatori la sua tremenda esperienza.

La donna riferiva di essere stata contatta in Nigeria da alcuni connazionali che le offrivano un futuro migliore, fatto di studi e lavori come baby sitter o badante. Considerata la sua gravissima situazione finanziaria, così come quella della sua famiglia, la giovane accettava di raggiungere l'Italia; per di più le avevano detto che non avrebbe dovuto pagare nulla, salvo poi rimborsare la somma versata per lei di 400 euro.

Al fine di "proteggerla" dagli spiriti del male, gli organizzatori la sottoponevano al rito voodoo, tagliandole una ciocca di capelli, i peli del pube e le unghie, scattandole anche una foto.

Per far questo la portavano da un "baba-loa" da qui il nome dell'indagine.

Il "baba-loa" è una figura religiosa tradizionale molto diffusa e rispettata, soprattutto nelle zone non musulmane della Nigeria meridionale.

"Ci serviranno per pregare per te, ma tu ricordati che se non onorerai i tuoi debiti morirai", così le avrebbero detto prima di partire, minacciando anche la sua famiglia.

La ragazza, una volta ascoltata dalla Polizia, grazie anche al supporto dell'OIM, veniva informata che per le leggi italiane sarebbe stata protetta ed accompagnata presso una struttura inserita in un programma nazionale codificato dalla cd "legge antitratta".

Una volta rassicurata, la giovane donna appuntava, poco prima di andare via, un numero di telefono di una delle criminali consegnandolo agli ispettori della Polizia di Stato.

Dopo aver acquisito le prime importanti notizie investigative, gli uomini della Polizia di Stato hanno chiesto ed ottenuto dalla Procura della Repubblica di Catania di intercettare l'utenza telefonica fornita dalla vittima sbarcata a Pozzallo.

Poco dopo aver dato inizio alle intercettazioni, avevano un quadro già molto chiaro di quanto realizzassero i sodali dell'organizzazione.

Gli stessi risultavano "specializzati" in distinti ruoli: chi in Nigeria procacciava le ragazze promettendo facili guadagni, lavori leciti ed un futuro certo, sottoponendo però le vittime ai riti voodoo; chi in Libia fungeva da connection man per il trasferimento in Italia; chi prelevava le ragazze vicino ai luoghi di sbarco e chi poi le obbligava a stare su strada per prostituirsi.

In particolar modo capita spesso che le vittime di tratta diventino esse stesse carnefici poiché, per sottrarsi agli obblighi di versare denaro, divengono anch'esse delle "maman", in modo da estinguere il debito senza più prostituirsi.

Le indagini sono durate mesi ed hanno permesso di individuare ben tre network delinquenziali operanti in Italia nelle tre città ove si è proceduto alle catture: Novara, Ferrara e Napoli.

I punti in comune che hanno legato in questa indagine quanti impegnati nelle varie città erano proprio i soggetti operanti in territorio straniero.

La Squadra Mobile di Ragusa, con la collaborazione dei colleghi di Napoli, Novara e Ferrara, coordinati dal Servizio Centrale Operativo, hanno eseguito le catture in queste tre città.

Durante l'esecuzione a Novara, è stato possibile sottrarre alla rete criminale una donna che si trovava in casa degli arrestati.

La vittima, peraltro giovanissima, ha riferito di essere stata anch'essa sottoposta al rito voodoo anche se non ha voluto specificare nulla proprio perché credeva nella magia nera. In concreto avrebbe dovuto pagare, l'affitto di casa; della piazzola di sosta dove si prostituiva in strada; il vitto e poi anche il debito già contratto all'atto della partenza. In pratica sarebbe restata legata ai debiti per anni.

Al termine delle catture tutte le persone indagate sono state identificate dalla Polizia Scientifica e poi condotte nelle carceri più vicine al luogo di esecuzione del provvedimento di fermo.


16/11/2015

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