Fondamentale il video girato per ricordo da un giovane siriano con il suo telefonino.
La Polizia di Stato - Squadra Mobile - con la collaborazione della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza, ha tratto in arresto S. H. nato in TUNISIA il 03/02/1988 e B. M. W. N.nato in TUNISIA il 01/01/1996, responsabili di essersi associati unitamente ad altri soggetti di origine libica al fine di procurare clandestinamente in Italia l'ingresso di numerosi extracomunitari per trarne ingiusto profitto, effettuando il trasporto via mare verso il territorio italiano di 233 cittadini provenienti dalla Nigeria, Siria, Eritrea, Mali, Ghambia e Marocco.
Il 9 maggio scorso, su disposizione dell'autorità italiane, la nave portacontainer M/V BC HAMBURG maltese, veniva dirottata a 50 miglia circa dalle coste libiche per effettuare un'operazione S.A.R.. Intercettata la barca in difficoltà, la nave maltese iniziava le operazioni di recupero. Terminate le operazioni di trasbordo, la suddetta motonave su indicazione del comando di Roma dirigeva verso il porto di Pozzallo designato quale punto di sbarco ove giungeva alle ore 18,00 dove avevano inizio le operazioni di sbarco che terminavano alle ore 21,00 circa. Tutti i migranti, 190 uomini e 43 donne (60 bambini) venivano fatti accedere al C.P.S.A. di Pozzallo.
Come sempre, la Squadra Mobile di Ragusa collaborata dalla Guardia di Finanza iniziava le indagini salendo a bordo della nave che aveva trasportato i migranti. I poliziotti, appena approdata la nave hanno iniziato a cercare indizi e segni su ogni migrante che potessero essere utili per identificare gli scafisti.
Dopo una prima ricognizione sulla nave e l'isolamento dei sospettati (che aiuta moltissimo per dare serenità ai testimoni), iniziava una seconda fase, quella di entrare in empatia con i migranti che per la Polizia sono i potenziali testimoni. Basta poco a volte, una bottiglia d'acqua, una sigaretta o una pacca sulla spalla accompagnata da un sorriso e chi è onesto ti aiuta. Spesso però, vi è una grande diffidenza nei confronti della Polizia perché i migranti vengono da paesi lontani con culture completamente diverse e sistemi di governo completamente diversi, dove la Polizia non è rispettata ma temuta e quindi hanno paura. Anche in questo caso è stata dura trovare chi avesse voglia di raccontare la storia. Uno dei migranti avvicinato da uno degli investigatori della Squadra Mobile anziché parlare ha mostrato al poliziotto un telefonino con le immagini da lui videoriprese. In un perfetto inglese, lui, di origini siriane, faceva presente che non voleva rimanere in Italia e che avrebbe fornito il video ma non voleva presenziare al processo perché voleva raggiungere la famiglia in Svezia. "Ho girato questo video per ricordo, voglio far vedere un giorno ai miei figli cosa abbiamo rischiato per la libertà, per fuggire dalla Siria, dalla guerra".
Alla Squadra Mobile bastava questo, difatti il video era già un tassello fondamentale per le indagini, i poliziotti sapevano così da dove iniziare.
Individuati i sospettati ed i potenziali testimoni iniziava il lungo lavoro della verbalizzazione delle dichiarazioni, sempre difficili da mettere nero su bianco nonostante l'esperienza decennale della Squadra Mobile nella Provincia di Ragusa, ormai diventata quotidiana.
Anche in questo caso fondamentale è stato tradurre gli sms ricevuti dai due scafisti che erano entrambi in possesso di un telefono cellulare. Il contenuto era chiarissimo, tanto che si leggeva che erano stati accreditati 10.000 dinari libici (6.000 euro) sul loro conto mediante transazione elettronica. Anche questo elemento è stato importantissimo. Inoltre ai due tunisini sono stati sequestrati 2700 dollari USA.
L'ATTIVITA' DI POLIZIA GIUDIZIARIA
Fino ad oggi sono ben 36 gli scafisti arrestati nel 2014 dalla Squadra Mobile con la collaborazione della Sezione Operativa Navale.
"Abbiamo costituito di fatto in seno alla Squadra Mobile di Ragusa una "Squadra Sbarchi" che interviene sin dai primi istanti dell'arrivo della nave soccorritrice. Gli uomini sono motivati ed hanno acquisito una grande professionalità, consapevoli che ogni attività che conducono è diversa dall'altra e che le difficoltà sono enormi per raccogliere gli elementi di prova da produrre alla Procura della Repubblica con la quale si lavora in piena sinergia"
"Siamo pronti ad affrontare ogni situazione che si presenterà nel corso di questo delicato periodo per la Polizia di Stato sul fronte immigrazione. I rinforzi ricevuti in termini di uomini ci hanno dato grande forza operativa, oltre alla collaborazione che riceviamo dalle altre Forze di Polizia".