Ha messo in serio pericolo la vita dei migranti, molti dei quali minori compresi alcuni neonati.-
La Polizia di Stato di Ragusa - Squadra Mobile - unitamente alla Compagnia dei Carabinieri di Modica ed alla Tenenza della Guardia di Finanza di Pozzallo, ha eseguito il fermo di un cittadino nigeriano di anni 24 ritenuto responsabile di aver procurato l'ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari di varie nazionalità.
L'arrestato ha condotto dalle coste libiche a quelle italiane una fatiscente imbarcazione carica di migranti di diverse nazionalità e tra loro numerosissimi minori anche neonati.
Nell'ambito dell'attività denominata Mare Nostrum, finalizzata a rinforzare le attività in mare nel contesto del quadro nazionale di controllo dei flussi migratori, la nave Sirio della Marina Militare italiana dirigeva per l'investigazione di un contatto di un natante con a bordo un cospicuo numero di migranti presumibilmente proveniente dalle coste libiche inizialmente localizzato da aeromobile dell'Aeronautica Militare. Si procedeva al recupero di tutti i migranti dell'imbarcazione clandestina, il cui numero complessivo era di 196 compresi 9 donne e 6 bambini, che si concludeva alle ore 20.20. A conclusione di tale evento la nave Sirio si dirigeva nel porto di Pozzallo ove giungeva il giorno 8.04.2014, mentre l'imbarcazione clandestina veniva lasciata alla deriva poiché stava per affondare.
Giunti presso il porto di Pozzallo gli investigatori riuscivano, al momento dello sbarco, ad individuare lo scafista ed i migranti disposti a "rompere il silenzio" per riferire delle condizioni disumane imposte dai trafficanti per raggiungere le nostre coste.
I migranti narravano di essere partiti qualche giorno prima ma non riuscivano a ricordare quando poiché provati dalla traversata.
Alcuni migranti vincevano la paura di essere oggetto di ripercussioni da parte dell'organizzazione criminale e riferivano alla Polizia Giudiziaria del gruppo interforze che si occupa delle indagini (Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri), le modalità del loro viaggio della speranza e dei rischi occorsi durante la traversata.
Tutti i soggetti ascoltati come testimoni riferivano di aver deciso di fuggire dai loro paesi d'origine in quanto le condizioni di vita erano terribili, tra guerre civili e dittatura, per fame e povertà.
Una volta deciso di scappare, la strada "obbligatoria" era quella di andare in Libia dove le organizzazioni criminali locali si occupano di reclutare i poveri disperati ed in cambio di circa 3.000 euro li mettono su imbarcazioni precarie per far raggiungere le acque internazionali dove poi chiedono soccorso in modo preordinato e strumentale al fine di essere trasportati in Italia dalle imbarcazioni militari dell'operazione Mare Nostrum.
I testimoni dopo aver fornito un'attenta descrizione dei responsabili dell'organizzazione criminale, indicavano senza alcun dubbio colui che aveva condotto l'imbarcazione. E' chiaro che questi elementi fanno parte di una complessa associazione a delinquere gravitante in Libia ed in altri paese africani che da anni organizzano questi viaggi.
Al termine dell'Attività di Polizia Giudiziaria, l'arrestato è stato condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione dell'Autorità Giudiziaria Iblea.
"Le Forze di Polizia che si occupano delle indagini per individuare i membri dell'associazioni criminali dedite alla tratta di esseri umani sono impegnate giorno e notte al fine di individuare questi pericolosi criminali, che non esitano in alcun modo a mettere a rischio la vita di migliaia di migranti, compresi i bambini, per il denaro".