Sono responsabili di aver messo in serio pericolo di vita oltre 1050 migranti molti dei quali neonati.
La Polizia di Stato di Ragusa - Squadra Mobile - unitamente alla Compagnia dei Carabinieri di Modica ed alla Tenenza della Guardia di Finanza di Pozzallo, ha eseguito il fermo di 3 cittadini tunisini, ritenuti responsabili in concorso di associazione a delinquere finalizzata a procurare l'ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari di varie nazionalità.
In data 19 e 20 marzo al porto di Pozzallo (RG) giungevano diverse navi militari e civili che avevano soccorso in mare (OPERAZIONE MARE NOSTRUM), numerose imbarcazioni cariche di extracomunitari per complessive 1050 persone.
Seppur soccorsi in distinti eventi, gli investigatori riuscivano, al momento dello sbarco, ad individuare gli scafisti delle rispettive imbarcazioni ed i migranti disposti a "rompere il silenzio" per riferire delle condizioni disumane imposte dai trafficanti per raggiungere le nostre coste.
I migranti narravano di essere partiti 5 giorni prima a bordo di tre imbarcazioni, dove venivano stipati dagli organizzatori libici della tratta di esseri umani. All'interno delle "carrette del mare" i disperati venivano faticosamente fatti sedere uno accanto all'altro ed in alcuni casi uno sopra all'altro compresi i neonati tenuti in braccio per giorni.
Successivamente gli extracomunitari venivano ospitati presso i locali del C.P.S.A. sito all'interno dell'area portuale di Pozzallo (RG) al fine di sottoporli alle difficoltose e delicate fasi di identificazione da parte di personale del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Ragusa.
Con un'attenta opera di convincimento alcuni migranti vincevano la paura di essere oggetto di ripercussioni da parte degli scafisti e riferivano alla Polizia Giudiziaria del gruppo interforze che si occupa delle indagini (Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri), le modalità del loro viaggio della speranza e dei rischi occorsi durante la traversata.
Tutti i migranti ascoltati come testimoni riferivano di aver deciso di fuggire dai loro paesi d'origine in quanto le condizioni di vita erano terribili, tra guerre civili e dittatura. Una volta deciso di scappare, la strada "obbligatoria" era quella di andare in Libia dove le organizzazioni criminali locali si occupano di reclutare i poveri disperati ed in cambio di circa 4.000 euro li mettono su imbarcazioni precarie per far raggiungere le acque internazionali dove poi chiedono soccorso in modo preordinato e strumentale al fine di essere trasportati in Italia.
L'esperienza e la professionalità degli investigatori della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ha permesso dopo lunghe ore d'indagine di addivenire all'esatta identità dei tre scafisti tunisini, responsabili di aver percepito ingenti somme di denaro al fine di procurare l'ingresso clandestino in Italia dei migranti messi in serio pericolo di vita considerate le condizioni dell'imbarcazioni utilizzate per la traversata"L'impegno da parte delle Forze di Polizia responsabili delle indagini è rivolto ad individuare tutti coloro che sono responsabili della tratta di esseri umani, criminali spregiudicati che non esitano in alcun modo a mettere a rischio la vita di migliaia di migranti, compresi i bambini per il denaro"..