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Atti persecutori: applicata misura cautelare

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Atti persecutori: applicata misura cautelare

Personale della Squadra Mobile di Ragusa ha eseguito, nei confronti di un pensionato residente nel capoluogo ibleo, per il reato di cui all'art. 612-bis c.p. (atti persecutori - meglio conosciuto come stalking) in danno di una pubblica impiegata ragusana quarantaquattrenne, la misura cautelare prevista dall'art. 282-ter c.p.p. (divieto di avvicinamento ai luoghi frequentato dalla persona offesa), a causa di una serie di vessazioni inflitte alla vittima consistite in intrusioni nella vita privata e comunicazioni anche telefoniche ripetute e indesiderate, al punto da provocare alla malcapitata un forte stato di ansia e paura.

Gli esiti investigativi forniti dalla «sezione specializzata» della Squadra Mobile sono stati posti a fondamento della misura cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Ragusa, su richiesta del P.M..

La vita della vittima negli ultimi periodi era diventata particolarmente difficoltosa per timore di ricevere nuove molestie; aveva paura di uscire di casa e dal posto di lavoro peraltro espletato anche in ore serali, temendo seriamente per la propria incolumità personale e del di lei figlio minore. Come acclarato dalle delicate indagini eseguite anche fuori provincia dal personale operante, il molestatore si era spinto a continuare nella sua condotta " contra legis " durante il periodo di ferie estive della malcapitata vittima, compiendo veri e propri " blitz " presso il domicilio estivo, creando ulteriore disagio e prostrazione alla vittima.

La condotta posta in essere dal persecutore- stalker, era finalizzata a recuperare il rapporto sentimentale precedente e/o per vendicarsi per essere stato "mollato", ovvero per entrambi i motivi.

In situazioni normali, quando si cerca di stabilire una relazione con taluno, gran parte delle persone è in grado, dopo alcune risposte negative, di comprendere che l'altra persona non è interessata a mantenere ancora vivo il rapporto.

Nella fattispecie l'indagato non si è reso conto che il continuare a insistere ulteriormente poteva significare dare inizio ad una condotta di stalking.

Lo stalking infatti distrugge la vita delle persone - non solo quella della vittima, ma spesso anche quella dei famigliari, costretti a subire anche indirettamente le malversazioni posti in essere dallo stalker. Ogni aspetto della vita della vittima può essere influenzato negativamente da questa esperienza - relazioni sociali, lavoro ed assetto della vita quotidiana. Questo aspetto differenzia lo stalking dalle normali interazioni sociali.

A tale fine occorre precisare che non bisogna mai sottovalutare queste situazioni: è opportuno essere consapevoli che sono molto rischiose in quanto soggette ad una " naturale evoluzione " pertanto si rilancia l'invito all'utenza di non esitare a rivolgersi alla Polizia di Stato: gli operatori sapranno consigliare la vittima e darle un aiuto professionale.


27/10/2011

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