L'operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha avuto inizio alle prime ore del mattino
Personale della Polizia di Stato di Potenza e dell’Arma Carabinieri di Melfi, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura potentina, ha dato esecuzione all'ordinanza cautelare con cui il G.I.P. ha disposto l'applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di undici soggetti, degli arresti domiciliari nei confronti di altri tre e dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di due persone, tutti della zona del Vulture-Melfese, in quanto gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione mafiosa, di concorso esterno in associazione mafiosa, di possesso e detenzione illegale di arma da fuoco, di svariate estorsioni, tentate e consumate, di tentata rapina e di calunnia.
L'indagine, coordinata della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lucano e portata a termine dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Potenza e dai militari dell’Arma del N.O.R. della Compagnia Carabinieri di Melfi, ha permesso di acquisire gravi indizi in ordine all'esistenza e alla perdurante operatività, almeno dal mese di marzo 2013, in Melfi e su tutto il territorio del Vulture-Melfese della consorteria mafiosa capeggiata dalle famiglie DI MURO e DELLI GATTI, peraltro già in passato giudizialmente riconosciuta con sentenze irrevocabili. Le ampie ed articolate attività investigative svolte hanno fatto luce su una serie vastissima di eventi delittuosi susseguitisi negli anni a Melfi e nella zona del Vulture-Melfese, che hanno consentito — fermo restando il necessario vaglio dibattimentale — di disvelare il costante coinvolgimento degli esponenti delle due famiglie melfitane dei DI MURO e dei DELLI GATTI, e di soggetti a loro vicini, il cui operato è stato ritenuto dal Giudice funzionale a garantire al sodalizio un progressivo consolidamento della propria egemonia sul territorio, perseguito sia attraverso la compenetrazione nel tessuto economico-imprenditoriale, mediante l'affidamento diretto e indiretto di appalti e di porzioni fondiarie per attività agricole, agevolate anche da figure istituzionali ed imprenditoriali compiacenti, sia con le più tradizionali metodologie violente ed intimidatorie perpetrate in danno di commercianti e operatori economici del settore agricolo. Il preminente rilievo che l'intimidazione ha rivestito per il sodalizio è rintracciabile nel fatto che dodici delle fattispecie delittuose, oggetto del provvedimento cautelare, riguardano condotte estorsive. Le indagini hanno poi, anche consentito di acquisire gravi indizi in ordine alla costante disponibilità di armi da parte del sodalizio, disvelando l'esistenza di un canale privilegiato di approvvigionamento a San Marino, mentre le intercettazioni hanno fatto luce sulla funzionalità delle stesse a fronteggiare eventuali ulteriori conflitti con l'avverso clan dei CASSOTTA, sfociati nel corso degli anni, dal '90 ad 2008, in una sanguinosa faida.