Identificati i responsabili dell'esplosione di un ordigno avvenuta la notte tra il 9 ed il 10 aprile u.s. nei pressi di un bar del capoluogo
Personale della Polizia di Stato in servizio presso la Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, ha dato esecuzione all'ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone, originarie di Pignola (Pz), in relazione all'esplosione di un ordigno avvenuto nella notte fra il 9 e il 10 aprile scorso a Potenza nei pressi dell'esercizio commerciale “Al Bar” sito nell'imediata periferia del capoluogo. Le attività d'indagine coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e prontamente avviate e condotte dalla Squadra Mobile potentina, hanno permesso di ricostruire, a livello di gravità indiziaria, la dinamica del fatto ed individuarne i presunti autori che, fermo restando il principio di presunzione di non colpevolezza, sono stati raggiunti dalla misura custodiale sulla base delle numerose e convergenti evidenze indiziarie raccolte a loro carico. In particolare, il quadro indiziario veniva ricomposto attraverso l'acquisizione e l’analisi delle diverse immagini degli impianti di videosorveglianza presenti in zona che, seppure non consentivano di identificare gli attentatori, attraverso una complessa analisi dei vari filmati, hanno consentito di individuare l'autovettura utilizzata per gli spostamenti, immortalando anche il momento della deflagrazione dell'ordigno e la sagoma del soggetto che lo aveva posizionato. Incrociati i dati visivi con quelli del traffico telefonico-telematico e di cella, è stato possibile riscontrare la sovrapponibilità e convergenza dei transiti della vettura con le utenze nella disponibilità degli indagati, nonché la loro contestuale presenza sul luogo dell'esplosione e la simultaneità dei loro spostamenti. Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno di fatto consentito di acquisire elementi sul movente del grave gesto intimidatorio che troverebbe origine in una precedente lite fra il titolare dell’esercizio ed uno dei due presunti autori, a seguito di un alterco da quest'ultimo ingaggiato, alcuni mesi prima, con un terzo soggetto ed originato da rivendicazioni di rispetto per i "pignolesi” da parte dei "potentini" e dalle critiche per mancanza di "onore" di questi ultimi. La contiguità e la vicinanza, emersa a livello indiziario, dei contendenti, da un lato, al clan STEFANUTTI - MARTORANO, attivo a Potenza e, dall'altro, al clan RIVIEZZI, attivo nel limitrofo Comune di Pignola ha da subito consentito di collocare la vicenda in un contesto di criminalità organizzata e di rintracciarne l'aggravante della mafiosità del delitto che pure è stata ritenuta sussistente a livello di gravità indiziaria dal GIP di Potenza.