Tre persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato a seguito di indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza. Le tre misure cautelari personale, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza, sono state eseguite nei confronti di D.G. (C1.69), R.F.R. (C1.66) e C.O.A. (C1.61), sottoposti alla custodia cautelare in carcere, poiché responsabili a vario titolo dei reati di cui agli arti. 81, 110, 629, in relazione all'art. 628 e 416bts c.p. (estorsione aggravata dal metodo mafioso). L'ordinanza cautelare rappresenta l'epilogo di una complessa attività d'indagine condotta dalla Sezione Narcotici della Squadra Mobile di Potenza a seguito delle dichiarazioni rese da un corriere di droga di origini potentine, dalle quali emergeva il suo coinvolgimento nel traffico di sostanze stupefacenti da Cerignola, in provincia di Foggia, a Potenza. Dall'attività investigativa è emerso che al corriere veniva proposto, in un primo momento, da un trafficante operante nel capoluogo potentino, di occuparsi del trasporto della sostanza stupefacente da Cerignola a Potenza, in cambio di un corrispettivo di mille euro per ogni viaggio. Gli veniva chiesta anche la disponibilità alla intestazione di un'autovettura con la quale avrebbe dovuto eseguire il trasporto dello stupefacente - la droga veniva occultata all'interno del vano che ospita l'airbag, opportunamente modificato. Dopo i primi viaggi, tuttavia, il fornitore pugliese, asserendo di vantare un credito di circa 20 mila euro chiedeva al corriere di avviare una piazza di spaccio a Potenza, al fine di rimborsarlo di quanto dovuto. Il giovane pusher, che non intendeva essere ulteriormente coinvolto in attività illecite, ha cominciato allora a subire pressioni. Dall’attività investigativa è risultato che i tre arrestati, al fine di recuperare il danaro relativo al debito contratto nei confronti del fornitore cerignolano, costringevano la vittima, anche sotto la minaccia di atti ritorsivi in suo danno e contro i suoi familiari, a consegnare in tempi diversi, 1200 euro in contanti e due assegni dell’importo complessivo di 1000 euro, quale parte del debito contratto per l’acquisto di sostanza stupefacente. In particolare nel mese di settembre dello scorso anno, il giovane subiva una prima aggressione da D.G. e R.F.R. mentre il successivo mese di dicembre veniva organizzata, nei suoi confronti una vera spedizione punitiva durante la quale veniva picchiato da R.F.R., alla presenza degli altri due, dopo che un quarto uomo, a lui sconosciuto, gli aveva “fatto vedere dalla tasca” una pistola. Alla stregua di tali risultanze, in relazione all'estorsione contestata, il GIP ha ravvisato l'aggravante del "metodo mafioso" di cui all'art. 416 bis 1 c.p..
Minacce ad un corriere della droga - Tre arresti
28/09/2018