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Potenza - Giro di prostituzione di cittadine extracomunitarie

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Potenza - Giro di prostituzione

Tre persone, responsabili a vario titolo dei reati, in concorso e continuazione, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché esercizio abusivo di professione, sono state sottoposte a misure cautelari personali eseguite dalla Squadra Mobile della Questura di Potenza a seguito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica potentina. Si tratta di una giovane donna nigeriana, sottoposta alla misura cautelare in carcere, di un sessantunenne potentino, agli arresti domiciliari e di un trentottenne gambiano, sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla P.G.. Le indagini, scaturite da una vasta attività di osservazione e controllo portata avanti dagli agenti della Sezione Criminalità Straniera della Squadra Mobile di Potenza, sugli ambienti della prostituzione di ragazze extracomunitarie, alloggiate in diverse strutture di accoglienza site nel centro urbano di Potenza, hanno portato alla luce i collegamenti delle giovani, in prevalenza nigeriane, con persone di più ampio spessore criminale, dimoranti in Italia ed all’estero, che curavano il loro arrivo in Italia, finanziando il viaggio con somme che le stesse donne avrebbero dovuto restituire attraverso l’esercizio della prostituzione. Il buon fine dell’affare veniva garantito prima della partenza, con la consacrazione dell’impegno mediante celebrazione, nelle terre di origine, di riti pseudo religiosi che prospettavano conseguenze nefaste in caso di violazione dell’accordo. Anche la  denuncia di una cittadina nigeriana, vittima di sfruttamento sessuale, ha favorito la raccolta, da parte degli agenti, di numerosi indizi che hanno portato all’esecuzione delle misure cautelari. La ragazza aveva raccontato infatti di essere partita dalla Nigeria grazie all’intermediazione di due suoi connazionali, membri di un’organizzazione transnazionale che le avrebbero anticipato il costo del viaggio, a patto che restituisse la somma necessaria per il servizio, pari a 30.000 euro, lavorando come prostituta per conto di una donna ( c.d. Madame ), che si trovava in Francia. Dopo un viaggio terribile, la ragazza, sbarcata in Italia, al porto di Lampedusa (AG), ed ospitata dal mese di Aprile del 2016, presso un centro di accoglienza, era stata contattata proprio dalla donna nigeriana, la quale con tono minaccioso, le aveva rammentato a più riprese di dover adempiere alla promessa fatta. Inoltre le procurava i clienti ed offriva informazioni utili sui luoghi dove sostare e come sfuggire ai controlli di polizia, fornendo in casi estremi anche pillole abortive.


20/01/2018

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