A seguito di indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Potenza e condotte da personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, in data odierna è stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa di 16 misure cautelari personali disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza nei confronti di altrettanti soggetti dimoranti nelle province di Potenza, Foggia, Matera e Milano, sei dei quali destinatari di misura cautelare in carcere, cinque di misura cautelare degli arresti domiciliari ed altri cinque dell’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria. L’ordinanza cautelare rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile (Sezione Antidroga) della Questura di Potenza e dal GICO (Sezione GOA) della Guardia di Finanza di Potenza con il coordinamento della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno, che ha consentito l’individuazione di una compagine associativa finalizzata alla consumazione di un numero indeterminato di delitti in materia di droga, al cui vertice si erano posti due soggetti pregiudicati di Potenza (uno dei due si era trasferito di recente in provincia di Milano) affiancati da altri soggetti aventi i diversi ruoli di “partecipe”, “corriere” e “pusher”, nonché da un altro gruppo operante a Cerignola (Fg), addetto alla stabile fornitura delle diverse sostanze stupefacenti, in specie cocaina, hashish e marijuana. L'avvio dell’indagine si deve ad alcune risultanze investigative evidenziatesi nel corso di altre e precedenti attività svolte sul fronte del contrasto agli stupefacenti, risalenti al 2012. Ad aprirsi è stato uno scenario assai vasto, costituito da ramificati traffici di sostanze stupefacenti riconducibili a due gruppi criminali operanti a Potenza e Cerignola (Fg), uniti da intrecciati meccanismi di fornitura e di approvvigionamento. Le numerose conversazioni captate hanno confermato l’esistenza del comune patto associativo tra i due gruppi interessati e la cointeressenza nella gestione del traffico illecito di stupefacenti. Da evidenziare infine la contestazione dell’aggravante della natura «armata» dell'associazione, avendo gli indagati più volte dimostrato la disponibilità di armi, anche clandestine; disponibilità resa manifesta anche da un sequestro.