La settimana appena trascorsa si è caratterizzata per un focus operativo che la Polizia Stradale di Pordenone ha eseguito sull’articolato mondo dell’autotrasporto.
Nel pomeriggio di mercoledì 21 aprile una pattuglia della Sezione Polizia Stradale di Pordenone, impegnata nella vigilanza autostradale e alla verifica del rispetto delle normative anti inquinamento, ha proceduto al controllo di un autoarticolato di un’impresa veneta, alla barriera autostradale di Portogruaro.
Gli agenti, osservando il serbatoio dell’additivo AdBlue, necessario a far funzionare il dispositivo S.C.R. (Selective Catalyst Reduction) per l’abbattimento delle emissioni inquinanti del veicolo, trasformando gli ossidi di azoto in vapore acqueo e azoto, maturavano il sospetto che il dispositivo non fosse in funzione.
Pertanto accompagnavano il veicolo presso la più vicina officina autorizzata, ove veniva accertata la totale inefficienza del dispositivo.
L’autista e l’impresa sono quindi stati sanzionati amministrativamente e per loro è scattato l’obbligo di presentazione alla visita revisione straordinaria del veicolo presso la Motorizzazione Civile.
Non sfugga l’importanza di questi controlli che, seppur squisitamente tecnici, stanno svelando una diffusa inosservanza delle norme anti inquinamento e che rappresentano per la Polizia di Stato un nuovo ed impegnativo scenario operativo.
Nella mattinata precedente, gli Agenti della Polizia Stradale di Pordenone hanno controllato un autoarticolato di un’impresa di autotrasporto laziale, noleggiato ad una seconda impresa campana che non risultava iscritta all’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di cose per conto di terzi. Una vera e propria scatola cinese che si concludeva con l’applicazione di sanzioni per autotrasporto abusivo per una somma di quasi € 9.000 e con fermo del veicolo per tre mesi e sospensione delle carte di circolazione da due a otto mesi.
L’impegno della Polizia di Stato in questo specifico campo si concludeva con il controllo di due conducenti professionali ucraini sanzionati per aver effettuato attività lavorativa di cabotaggio in Italia senza la prevista comunicazione all’Ufficio del Lavoro e per aver omesso il completamento del riposo giornaliero come previsto dal Regolamento Europeo 561/2006, per una somma di quasi € 3.000. Il veicolo è rimasto sottoposto a fermo fino al pagamento delle sanzioni, avvenuto nel primo pomeriggio.
Il cabotaggio è una pratica di trasporto per la quale una azienda di autotrasporto estera esegue trasporti sul territorio nazionale italiano. Pratica lecita solo se siano state osservate specifiche prescrizioni. Il cabotaggio irregolare è una attività particolarmente avvertita nelle zone confinarie e spesso denunciata dalle associazioni di categoria locali.