Nel corso della costante e quotidiana attività finalizzata al contrasto e alla repressione dei reati di genere, in particolare rivolti ai danni delle fasce deboli della popolazione quali donne e minori, personale della Squadra Mobile della Questura di Pordenone, unitamente ai colleghi della sezione di P.G., coordinati dalla locale Procura della Repubblica, in data 15 novembre u.s. dava pronta esecuzione all’ Ordinanza di Custodia Cautelare presso il domicilio emessa a carico di un ultrasettantenne residente in provincia, resosi responsabile dei reati di violenza sessuale aggravata poichè commessa, continuativamente per anni, ai danni delle due nipoti minorenni.
La scrupolosa e approfondita attività di indagine trae origine dalle denunce presentate proprio dalle vittime, ora maggiorenni, le quali, dopo aver trovato la forza di rivolgersi alle autorità hanno potuto trovare nelle donne e negli uomini della Polizia di Stato un sicuro punto di riferimento e di ascolto, trovando la professionalità e la competenza necessarie ad ottenere conforto e soprattutto la giusta risposta giudiziaria alle odiose violenze patite.
Infatti proprio il saper ascoltare le vittime dimostrata dagli investigatori ha permesso di valorizzare le dichiarazioni delle due ragazze, riscontrando tutti gli episodi narrati nonché gli aberranti comportamenti dell’indagato, permettendo altresì di individuare persone in grado di riferire particolari di interesse investigativo e raccogliendo in modo certosino le loro preziose testimonianze.
Gli elementi investigativi così raccolti hanno consentito di accertare le gravi responsabilità dell’arrestato in merito alle fattispecie contestate, qualificandolo come un vero e proprio predatore sessuale senza scrupoli poiché, ponendo in essere condotte subdole e molto spesso addirittura violente, approfittando vergognosamente del proprio ruolo di nonno, con cadenza pressochè quotidiana e per anni questi ha costretto le vittime a subire violenze inaudite e abusi di ogni genere, anche con il sadico utilizzo di oggetti impropri e anche di c.d. “sex toys”, evidenziando un disinteresse e una crudeltà agghiaccianti nei confronti delle nipoti, il tutto seguito da minacce quotidiane di ritorsioni se mai avessero raccontato a qualcuno tali episodi, assicurandosi per anni un muro di omertà.
La costante reiterazione del reato, le circostanze concrete e le gravissime modalità delle condotte contestate, tra cui spicca il pretesto di aiutarle negli studi per potersi avvicinare loro tutti i giorni, restituiscono un quadro di indicibile devianza sessuale di un soggetto che agiva come uno spietato aguzzino in danno di due ragazzine indifese e incapaci di opporsi in alcun modo poiché totalmente da lui soggiogate e terrorizzate; questo vero e proprio orco non si è fatto alcuno scrupolo né ha manifestato qualsivoglia segnale di resipiscenza morale nel perpetrare con pervicacia criminale e fredda determinazione il proprio schema di pedofilia predatoria.
Questo nonno orco ha dimostrato di non saper infrenare la propria devianza patologica nei confronti delle nipotine e di essere privo di qualsiasi freno inibitore, evidenziando una pericolosità criminale di gran lunga fuori dal comune.
Gli anni di sofferenza silenziosa subiti dalle vittime, che le hanno sprofondate nel malessere più intimo, sono stati definitivamente interrotti dagli investigatori della Polizia di Stato che hanno dato finalmente voce a queste testimoni sino ad ora silenziose, come peraltro riportato dal G.I.P. nella stessa Ordinanza di Custodia: “(…) le dichiarazioni delle due ragazze appaiono oltremodo dettagliate, precise, coerenti, tragicamente collimanti nel descritto modus operandi dell’uomo (…) e ciò lo rende tuttora oltremodo pericoloso con un rischio di recidiva che, in assenza di un percorso terapeutico, allo stato non può dirsi sopito e superato”.
Alla luce delle risultanze investigative descritte, in data 15 novembre 2019 l’indagato è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la propria abitazione con applicazione del braccialetto elettronico, anche in applicazione delle nuove prassi operative contemplate dalla Legge n. 69/2019, c.d. “Codice Rosso”, per gli accertati e contestati capi di imputazione di cui agli artt. 81 cpv, 609 bis c. 1 e 2, 609 ter c. 1-nn. 1 e 5 e 5 ter.