La Polizia in aiuto delle donne vittime di violenze
Il 14 febbraio, in occasione di San Valentino, è stata organizzata una nuova giornata contro la violenza sulle donne con il progetto della Polizia di Stato “…Questo non è amore”.
L’iniziativa in questa giornata speciale prevede la presenza in varie di città italiane di camper, gazebo, pullman, stand ed altri spazi di accoglienza con la presenza di operatori specializzati, nei luoghi più frequentati delle nostre città, per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della violenza di genere e accogliere ed aiutare le persone vittime di tali comportamenti.
Il progetto tende a stabilire un contatto diretto con le donne che saranno accolte da psicologi, operatori della polizia giudiziaria e rappresentanti di associazioni, pronti a raccogliere le testimonianze dirette di chi, spesso, ha paura a denunciare o a varcare la soglia di un ufficio di Polizia.
I dati dicono che l’attività delle Forze dell’ordine ha permesso negli ultimi anni di far diminuire i reati di genere: gli omicidi di donne in ambito familiare sono stati 117 nel 2014, 111 nel 2015, 108 nel 2016.
Gli atti persecutori (circa il 76% in danno delle donne) sono stati 12.446 nel 2014, 11.758 nel 2015, 11.400 nel 2016.
I maltrattamenti in famiglia (circa l’81% in danno delle donne) sono stati 13.261 nel 2014, 12.890 nel 2015, 12.829 nel 2016.
Le percosse (circa il 46% in danno delle donne) sono state 15.285 nel 2014, 15.249 nel 2015, 13.146 nel 2016.
le violenze sessuali (oltre il 90% in danno delle donne) sono state 4.257 nel 2014, 4.000 nel 2015, 3.759 nel 2016.
Dati però che, in senso assoluto, dimostrano quanto alcuni fenomeni interessino una parte rilevante della popolazione. Ed è per questo che la Polizia di Stato sviluppa progetti di prevenzione come “…Questo non è amore”, un’iniziativa che ha portato, da luglio ad oggi, quasi 19 mila persone nei camper della Polizia per informazioni, suggerimenti e denunce contro la violenza di genere.
In questa prospettiva si muove anche l’adozione, dall’inizio dell’anno, del “protocollo Eva” (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le questure d’Italia.
Si tratta di una procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare.
Tutto questo attraverso un sistema che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, consentono di tracciare situazioni di disagio