Questura di Pistoia

FALSE REGOLARIZZAZIONI DI COLF E BADANTI

CONDIVIDI

19 PERSONE ARRESTATE E 120 DENUNCIATE Sgominata un organizzazione criminale che ruotava intorno a due studi commerciali di Prato e Monsummano Terme (PT).

Sgominata un organizzazione che ruotava intorno a due studi commerciali di Prato e Monsummano Terme (PT). Gli stranieri, in prevalenza cittadini cinesi, pagavano 10.000 euro per ottenere il permesso di soggiorno grazie a finti datori di lavoro compiacenti.

Nella mattinata odierna la Polizia di Stato di Pistoia ha eseguito 13 misure cautelari (7 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 6 agli arresti domiciliari) a carico di cittadini italiani (tra i quali due noti commercialisti della Valdinievole) e cinesi ed ulteriori 2 decreti di perquisizione domiciliare presso due studi commerciali e di consulenza emessi dall'Autorità Giudiziaria di Pistoia ad esito di un'articolata attività investigativa prodotta dalla Squadra Mobile.

L'operazione, coordinata dal Servizio Centrale Operativo, ha visto impegnato, oltre che dipendenti di questa Questura e dei Commissariati distaccati di Montecatini Terme e Pescia, anche personale delle Squadre Mobili di Firenze e Prato, del Commissariato distaccato di P.S. di Empoli nonché di 3 pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine Lazio - Sezione di Firenze, per un totale di circa 60 unità operative.

L'indagine, denominata "DOUBTFIRE" ha avuto inizio nel mese di marzo del 2010, a seguito di una segnalazione giunta dallo Sportello Unico per l'Immigrazione della Prefettura di Pistoia.

Presso quegli Uffici si era presentata una donna, che aveva richiesto l'emersione di un cittadino cinese come colf, la quale, di fronte alla richiesta di alcuni chiarimenti e della documentazione che attestava il reddito necessario per attivare la procedura di sanatoria, si era trovata in difficoltà ed aveva ammesso che il rapporto di lavoro era inesistente e che in realtà nemmeno conosceva lo straniero da regolarizzare. Sentita dagli investigatori della Squadra Mobile la donna ammetteva che alcune persone le avevano promesso 1000 euro se si fosse prestata ad interpretare la parte del datore di lavoro.

Successivamente venivano svolti accertamenti presso la Banca Dati del Ministero dell'Interno, dove confluivano tutte le domande di sanatoria, e si riusciva a risalire all'IP del computer dal quale era stata inserita la pratica. Si accertava che era un IP in uso ad uno studio commerciale di Monsummano Terme (PT) con un'altra sede a Prato.

Ripetendo l'accertamento al contrario si scopriva che dai due IP in uso alle sedi dello studio erano state inserite circa 70 pratiche analoghe di emersione per colf e badanti le quali, grazie ad un'intensa attività investigativa sviluppatasi nei mesi successivi anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, risultavano essere tutte fondate su rapporti di lavoro inesistenti.

Beneficiari finali della regolarizzazione fittizia erano in prevalenza cittadini cinesi abitanti nella confinante provincia di Prato ed impiegati come forza lavoro nelle tante ditte cinesi presenti in quella città.

Gli stranieri, clandestini nel territorio dello Stato, pagavano 10.000 euro quale corrispettivo per la regolarizzazione ad un organizzazione composta da cittadini italiani e cinesi che operava nell'ambito dei due studi gestiti da due commercialisti italiani. I due si avvalevano della collaborazione di alcuni cittadini cinesi residenti a Prato che facevano da collettori per gli stranieri da regolarizzare, nonché di quella di alcuni cittadini italiani residenti in Valdinievole, i quali provvedevano a procurare i finti datori di lavoro ed a fornire loro la falsa documentazione necessaria per istruire la pratica (CUD, certificati di residenza, certificati di abitabilità, certificati medici di invalidità per le pratiche per badanti, etc).

Ad esito delle indagini sono state deferite all'Autorità Giudiziaria 120 persone, in prevalenza italiani e cinesi.

Ai 13 destinatari di misura cautelare, organizzatori, promotori o partecipi nell'attività illegale, è stato contestato, oltre che il concorso nel reato di falso (previsto dal comma 15 dell'art. 1 ter della legge 102/2009) e nell'agevolazione della permanenza clandestina nel territorio dello Stato (art. 12 comma 5 legge D. Leg.vo 286//98), anche il reato di associazione a delinquere (art. 416 c.p.).

Ai finti datori di lavoro sono stati contestati i reati di falso ed il concorso nell'agevolazione della permanenza clandestina nel territorio dello Stato.

Ai rimanenti cittadini stranieri (finti badanti e colf) sono stati contestati i soli reati di falso.

Nel corso delle indagini erano stati già operati 6 arresti in flagranza di reato a carico di persone di nazionalità italiana (uno dei quali avvocato collaborante in uno studio legale di Roma) e straniera,.


24/10/2011

Categorie

Servizi

  Permesso di soggiorno

Controlla il permesso di soggiorno online.

  Bacheca Oggetti Rubati

Ricerca oggetti rubati o rinvenuti.

  Dove siamo

Gli uffici della Polizia di Stato.

  Scrivici

Risposte alle tue domande.

02/07/2024 19:17:08