Stalking insieme di comportamenti.
Lo stalking è un insieme di comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza e controllo, ricerca di contatto e comunicazione nei confronti di una "vittima" che risulta infastidita e preoccupata. Il termine inglese, mutuato dal linguaggio della caccia, significa letteralmente "fare la posta alla preda", significato che ben descrive il contesto emotivo e relazionale che si viene a creare tra la vittima ed il suo persecutore. Tali comportamenti possono essere attuati sia da persone conosciute che sconosciute. Il fenomeno, già da tempo studiato dagli addetti ai lavori, solo recentemente si sta imponendo all'attenzione degli organismi giudiziari.
E' del febbraio 2009 la legge n.94, che introduce il reato per "stalking". Alcuni studi evidenziano in particolare come l'impatto sulle vittime dello stalking possa essere rilevante: nell'83% dei casi si sono verificati sintomi ansiosi e depressivi, nel 74% disturbi del sonno, nel 55% ricordi intrusivi e flashbacks.
A Pistoia nel solo 2009 sono state 25 le denunce per stalking e 8 gli ammonimenti.
Il meccanismo è quasi sempre lo stesso. Già durante la relazione scattano le prime avvisaglie: gelosie ingiustificate e morbose, pedinamenti, controllo esasperato di tutti gli spostamenti, di chi manda sms o telefona alla vittima. Poi la relazione finisce, spesso perché la donna non sopporta più questo modo di fare opprimente. Ma chi viene lasciato non sempre accetta l'idea che il rapporto sia davvero terminato e che l'ex partner possa avere un'altra storia. Inizia il calvario. Sms, e-mail, continue telefonate, regali non desiderati, lettere, bigliettini, appostamenti, inseguimenti, ma anche minacce, insulti, aggressioni: vere e proprie persecuzioni.
Lo stalking vede nella maggior parte delle volte donne vittime e uomini persecutori anche se non
mancano casi inversi (il rapporto è di circa 3:1), uomini e donne che in oltre l'80% dei casi si conoscevano o perché ex partner (il
50% di tutti i casi di stalking) o perché amici, o colleghi di lavoro. L'età delle
vittime varia dai 14-16 anni fino all'età adulta; mentre il fenomeno sembra diminuire dopo i 50 anni.
I singoli comportamenti possono non costituire persecuzione né tanto meno reato; è la modalità con cui vengono portati avanti,
con insistenza, reiterazione, contro la volontà della vittima che non gradisce certe attenzioni o addirittura ne è intimidita. I
comportamenti di persecuzione possono durare sia un paio di mesi che addirittura anni, a meno che non intervengano a deterrente i provvedimenti
restrittivi adottati dall'autorità giudiziaria a seguito di una denuncia-querela o di un esposto.
La vita di una persona perseguitata cambia radicalmente fino a impregnarsi di paura per l'imprevedibilità di quello che potrebbe accadere.
Per sottrarsi alla persecuzione la vittima cambia scheda del cellulare, si guarda sempre alle spalle quando cammina per strada o quando guida;
subisce umiliazioni per le scritte oscene lasciatele sotto casa, nelle cabine telefoniche, sulla macchina, o subisce il danneggiamento delle
proprie cose. Tutto questo produce ansia, insonnia o un vero e proprio disturbo post traumatico da stress, compromettendone l'attività
lavorativa e le relazioni sociali. Pian piano la vittima si isola anche da parenti o amici per tutelarli perché nel tentativo di aiutarla
potrebbero anche loro diventare oggetto delle persecuzioni.
Sebbene solo una piccolissima percentuale dei casi di stalking sfocia in un agguato mortale, è
però vero il contrario: nel 70% degli omicidi fra ex vi erano già stati episodi di persecuzione.