La Polizia di Stato, a seguito di un’articolata attività di indagine condotta dal personale del Commissariato di P.S. di Montecatini Terme, ha arrestato, in esecuzione di Ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Pistoia su richiesta della Procura della Repubblica di Pistoia, e tradotto in carcere uno psicologo, iscritto all’Ordine degli Psicologi della Toscana, per il reato di abuso sessuale, aggravato perché esercitata nei confronti di alcuni minori degli anni 18 e perché commessa ai danni di persone a lui affidate per ragioni di cura.
Tali atti di abusi sessuali sono consistiti in palpeggiamenti, toccamenti e contatti diretti reiterati, con alcune già a partire dal 2013 e fino a tutto l’anno 2023, nei confronti di 10 pazienti, di cui 7 minorenni (e tra queste 4 ragazze all’epoca dei fatti minori degli anni 16) che, trovandosi in condizioni di fragilità e vulnerabilità, si erano rivolte al professionista per risolvere le loro problematiche personali.
L’indagine ha avuto origine dalla denuncia formalizzata nel Gennaio 2023 da una vittima la quale, all’epoca dei fatti 14enne, rappresentava di aver conosciuto lo psicologo durante alcuni incontri di presentazione organizzati da un Istituto Scolastico della provincia che frequentava, volti a far conoscere gli obiettivi e la funzione di sportelli dedicati.
Una volta attirata la simpatia di alcuni giovani pazienti lo specialista le invitava a sottoporsi a terapia privata presso il proprio studio, inizialmente insegnando alcune tecniche di respirazione e rilassamento e poi utilizzando tecniche irregolari che vertevano sul contatto fisico.
È in quelle circostanze che le vittime, nel corso di alcune sedute nelle quali lo psicologo si sdraiava accanto, in una stanza attigua allo studio ove erano stati collocati dei materassini, subiva i citati palpeggiamenti.
Per tali motivi, su delega della Procura di Pistoia, nei confronti dello psicologo veniva data inizialmente esecuzione ad un decreto di perquisizione locale e personale, estesa oltre allo studio medico, alla propria abitazione ed ogni altro luogo di sua pertinenza che portava al sequestro di alcuni supporti informatici (PC – Hard-Disk – Telefoni cellulari) sui quali successivamente veniva predisposta un’attività ispettiva che faceva emergere i contatti con ulteriori ragazze, sue pazienti, attraverso chat su vari social dove il predetto era iscritto con profili anonimi, avendo tra i contatti solo giovani donne.
Veniva pertanto esaminata ogni singola posizione, raccogliendo le testimonianze di ulteriori 8 vittime, di cui 7 minorenni (e tra queste almeno 4 ragazze all’epoca dei fatti minori degli anni 16) che confermavano l’adozione di condotte successivamente valutate come di rilevanza penale da parte della procura.
Alcune delle predette giovani vittime avevano inoltre rappresentato che, nel corso degli anni, avvalendosi dei servizi di altri professionisti non avevano più trovato in quest’ultimi le stesse modalità di approccio offerte dall’arrestato.
Lo stesso professionista in alcune circostanze riconosceva con alcune pazienti di aver utilizzato dei metodi discutibili ed in qualche caso, quando aveva ricevuto espresse lamentele, confessava di temere delle conseguenze per quanto aveva posto in essere; consapevolezza che non lo determinava però a modificare il suo approccio con le giovani pazienti.
La Procura, in stretta sinergia con l’ordine degli psicologi TOSCANI, si avvaleva di uno psicologo trovando conferma della circostanza che le pratiche terapeutiche, così come descritte dalle denuncianti, non trovavano alcun riferimento alle metodologie riconosciute.
Pertanto, a seguito dei gravi elementi raccolti attraverso testimonianze, analisi di supporti informatici e riscontri, la Procura richiedeva al GIP di Pistoia l’emissione di una misura restrittiva in carcere, unica misura adeguata considerata la reiterazione delle condotte negli anni, il numero di vittime accertate e considerato che lo studio del professionista, corrispondeva allo stabile dove lo stesso dimorava.