Questura di Pistoia

Una Vita da Social

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Piazza Duomo

Il Truck della Polizia di Stato visita Montecatini e Pistoia

https://mediapol.poliziadistato.it/view_collection.php?cid=1630&type=ibrid

 

In occasione del recente avvio del nuovo anno scolastico, la Polizia di Stato incontra i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Montecatini e di Pistoia.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione col Ministero dell’istruzione e con l’Ufficio scolastico regionale per la Toscana – Sede di Pistoia, si inserisce nell’ambito di una serie di attività coordinate dalla Prefettura – U.T.G. di Pistoia, nella cornice di un più ampio Protocollo d’intesa finalizzato alla prevenzione e al contrasto del disagio giovanile, del bullismo e di ogni forma di estremismo violento.

In particolare, il 5 ottobre a Montecatini, presso il piazzale antistante le Terme del Tettuccio e il 6 successivo a Pistoia, in piazza del Duomo, gli operatori del Compartimento Polizia postale e delle comunicazioni per la Toscana, con il truck multimediale utilizzato nel più grande progetto di formazione itinerante della Polizia di Stato “Una vita da social”, hanno affrontato coi ragazzi delle scuole medie e coi loro insegnanti i temi inerenti alla prevenzione del cyberbullismo, all’uso responsabile dei social e, più in generale, alla sensibilizzazione e alla responsabilizzazione dei giovani sull’utilizzo consapevole della rete.

Testimonial degli eventi sono state le pluripremiate nuotatrici di fondo del Gruppo Sportivo

“Fiamme Oro” della Polizia di Stato, Giulia Gabrielleschi e Ginevra Taddeucci.

Ancora una volta, la Polizia di Stato scende in campo a fianco dei ragazzi con l’obiettivo di spiegare che la “rete” rappresenta senz’altro una straordinaria risorsa per ampliare le proprie conoscenze, trascorrere parte del proprio tempo libero ed azzerare le distanze dagli affetti più cari, ma costituisce, al contempo, anche un intricato insieme di insidie e di pericoli, che possono essere fronteggiati efficacemente solo attraverso comportamenti consapevoli e responsabili.  

“Abbiamo scelto lo slogan “Chi dubita, sa!” per spiegare ai ragazzi che solo ponendosi prima le domande giuste è possibile prevenire gli innumerevoli rischi della “rete” – ha sottolineato il Dirigente del Compartimento Polizia postale e delle comunicazioni per la Toscana, Lorena la Spina – “Esiste, infatti, un doppio ordine di problemi: evitare che i giovani facciano del male ad altri giovani e fare in modo che essi siano capaci anche di proteggere se stessi. Per questo, da un lato è fondamentale che i ragazzi comprendano realmente gli effetti devastanti che l’uso distorto della parola, la strumentalizzazione delle immagini, la violazione della sfera più intima della vita degli altri possono produrre soprattutto su chi è più fragile e indifeso. Dall’altro, però, non meno importante è che i giovani imparino a mettersi al riparo dai pericoli della rete, a fronte di un numero purtroppo crescente di casi di sex extortion in danno di minori, di adescamento, di diffusione illecita di immagini e video a contenuto sessuale, di truffe e raggiri di ogni tipo, spesso davvero difficili da individuare col necessario anticipo, cui ci espone l’uso della rete, se non orientato da imprescindibili regole di prudenza e da una corretta informazione sulle cautele che ciascuno di noi è in grado di adottare”. 

La cultura della prevenzione deve necessariamente partire dai più giovani, basti pensare ai risultati di una ricerca condotta da “Skuola.net” per “Una Vita da Social”, da cui emergono molti fattori interessanti: 

1 ragazzo su 3 ha un profilo fake sui social, per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) o tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%) o, ancora, il proprio partner (10%) ed infine per eludere la supervisione dei propri genitori (il 4%);

5 ragazzi su 6 controllano sempre chi mette i “like” ai loro post e tendono a sentirsi delusi e inappagati a fronte di uno scarso numero di interazioni. Il 40%, infatti, è spesso disposto a cancellare un contenuto che ha avuto basse performance. Attraverso la “guerra dei like”, poi, si costruiscono in molti casi amicizie e rapporti personali: solo il 56% dei giovani intervistati è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto “like4like”);

1 minore su 2 è vittima di violenze ed il dato è in netta crescita per i giovanissimi.

Il successo della campagna “Una vita da social” e delle innumerevoli iniziative che la Polizia di Stato organizza su tutto il territorio nazionale, anche in collaborazione con il Ministero dell’istruzione nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse”, si basa sulla scelta di un linguaggio semplice ed immediato e di argomenti attuali, capaci di attirare l’interesse dei ragazzi che ogni giorno si confrontano con l’utilizzo delle tecnologie, sia in ambito scolastico sia nel loro tempo libero. 

La progressiva dematerializzazione dei rapporti, la sottile suggestione dei messaggi virtuali, il fascino dell’“anonimato”, i rischi legati all’interposizione di uno schermo, che ci impedisce di conoscere realmente i nostri interlocutori, il continuo proliferare di servizi in rete che permettono a persone senza scrupoli di disporre liberamente di profili, numeri di telefono, indirizzi email attraverso i quali è assai facile ingannare chi incautamente decide di fidarsi, sono alcuni degli argomenti che la Polizia di Stato affronterà con i ragazzi in occasione degli eventi organizzati a Montecatini e a Pistoia.

Per fare della “rete” un luogo più sicuro, è indispensabile continuare a diffondere senza sosta una “cultura della sicurezza online”, capace di offrire agli studenti occasioni di riflessione e di educazione per un uso consapevole e fruttuoso degli strumenti digitali, che sono ormai parte ineliminabile della nostra vita e del nostro tempo.


10/10/2022

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