Questura di Pistoia

Il primo “Ammonimento del Questore” del 2020

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Non è trascorsa una settimana dalla manifestazione “Questo non è amore” nel Palazzo Comunale contro la violenza di genere in occasione della ricorrenza di San Valentino, che già il Questore di Pistoia ha emesso una nuova misura dell’Ammonimento per atti persecutori commessi nella provincia in danno di una donna.

È il sessantesimo provvedimento da quello storico 23 febbraio 2009, data di nascita della Legge anti-stalking, il primo di quest’anno.

L’atto, già notificato, pone ancora una volta un qualificato freno agli atti persecutori commessi da un ultraquarantenne nei confronti di una giovane donna dieci anni più giovane di lui e felicemente coniugata.

 

La storia

Meno di un mese fa, la giovane donna si è rivolta alle Forze di polizia perché, dopo aver dovuto lasciare il proprio posto di lavoro, ormai esasperata dalle continue inopportune invadenze e approcci (anche di natura sessuale) dell’uomo, lo stalker continuava a molestarla.

Ormai disoccupata, gli aveva naturalmente bloccato ogni accesso ai propri recapiti telefonici, mail e profili social, ma questo non lo ha fatto desistere: non solo lui ha continuato a perseguitarla utilizzando nuovi cellulari e account, ma aveva comincia anche a rivolgersi alle persone vicine alla vittima, chiedendo informazioni della donna ai suoi familiari, ex colleghi di lavoro e conoscenti.

Le indicazioni gli hanno quindi consentito appostamenti e pedinamenti, che si sono aggiunti alle telefonate, messaggi e post a tutte le ore del giorno e della notte, alcuni farneticanti, nell’assurda idea di poterla convincere a “tornare” da lui, screditando spesso la figura del marito.

L’uomo è arrivato persino a presentarsi sul nuovo posto di lavoro che la donna era riuscita nel frattempo a trovare, e si potrebbe dire che questa “è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso”, se non fosse che quel vaso la donna lo aveva svuotato molte volte negli ultimi mesi, minimizzando quello che le succedeva e pensando che tutto si sarebbe attenuato con il tempo, e lui lo aveva sempre nuovamente riempito.

 

Soffrire è inutile

È questo purtroppo un errore molto diffuso, riscontrato nelle decine di esperienze pluriennali che la Questura ha trattato in casi del tutto analoghi: credere che queste vili condotte rientrino in una sorta di “corteggiamento”, in cui l’uomo prova a conquistare la donna, e possano terminare di fronte all’evidenza del suo rifiuto o del disinteresse da parte dell’oggetto dei desideri del maldestro molestatore.

Se un uomo insiste con le sue attenzioni moleste verso una donna alla quale ha già fatto del male, nel fisico come nella sua dignità, non è mai così: aspettarsi che tutto questo finisca col tempo è, in questi casi, semplicemente inutile.

Sopportare le molestie o cambiare continuamente il proprio stile di vita serve solo a raggiugere una seria condizione di stress, caratterizzata da timori, paure ed ansie che, quasi sempre, portano le vittime a dover ricorrere anche alle cure mediche: così è stato per la giovane donna disperata che è venuta, dopo mesi di inutili sofferenze, a chiedere aiuto, come già, purtroppo molte altre prima di lei.

 

L’Ammonimento del Questore

Ricevuta la segnalazione della vicenda, la gravità dei comportamenti è stata quindi documentata ed evidenziata dall’istruttoria curata dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura che, sulla base dei riscontri ottenuti, ha consentito al Questore di poter emettere il provvedimento d’urgenza dopo pochi giorni che gli operatori della Polizia di Stato ne erano venuti a conoscenza.

All’uomo è stato quindi formalmente intimato dall’Autorità di Pubblica Sicurezza di interrompere ogni tipo di contatto e condotta lesiva nei confronti della donna.

La misura di prevenzione dell’”Ammonimento del Questore”, nata a tutela della vittima proprio di questo genere di reati, è un preavviso dell’Autorità di Pubblica Sicurezza delle conseguenze cui va incontro l’autore degli atti persecutori.

È anche, però, la chiara avvertenza che, dal momento della sua notifica, la Polizia di Stato diventa scudo e garanzia dei diritti della donna: da quel momento in poi, ogni eventuale tentativo di ledere ulteriormente la dignità della vittima troverà nella Questura (non più nella vittima) l’attore della denuncia del persecutore all’Autorità Giudiziaria, con l’ulteriore effetto che le indagini sono già state compiutamente esperite, che i reati persecutori commessi diventano perseguibili d’ufficio e che, oltre a prevedere l’arresto obbligatorio in flagranza di reato, tutte le pene per loro previste sono aumentate di un terzo.

 

Esserci sempre: l’importanza della rete contro i reati vigliacchi

La Questura di Pistoia, per ottenere il massimo risultato possibile, è parte integrante di una rete di supporto e contrasto a questi reati vigliacchi, insieme ai Servizi Sociali, all’Azienda Sanitaria, agli sportelli di aiuto alle donne esistenti sul territorio e curati da Enti ed Associazioni e molti altri attori che intervengono nel percorso di tutela e sostegno delle vittime di questi reati vigliacchi.

Rivolgersi agli operatori della Polizia di Stato non solo consente quindi soltanto di contrastare il fenomeno già sotto il profilo amministrativo (l’Ammonimento è un atto amministrativo e non produce immediati effetti penali), ma anche di avere riferimenti qualificati e coordinati per il sostegno di quante si trovano in condizioni di disagio e fragilità per aver interessato soggetti con una concezione medievale del rapporto uomo-donna.

La campagna “Questo non è amore”, che il prossimo 8 marzo riproporrà per il terzo anno consecutivo la presenza della Polizia di Stato nella nostra provincia in manifestazioni di sensibilizzazione, educazione e informazione contro la violenza di genere, ha lo scopo di far condividere due obiettivi essenziali del percorso partecipato verso la dignità della figura femminile: abbattere i muri dell’omertà e del silenzio; comprendere che sopportare la violenza (in qualunque forma si manifesti) è inutile.    

Per contrastare questi fenomeni, infatti, il primo vero operatore della sicurezza delle nostre comunità è il cittadino, mentre per interrompere il ciclo della violenza, tutti gli operatori della Polizia di Stato vogliono “ESSERCISEMPRE”, con la loro passione, impegno e servizio.

Non è trascorsa una settimana dalla manifestazione “Questo non è amore” nel Palazzo Comunale contro la violenza di genere in occasione della ricorrenza di San Valentino, che già il Questore di Pistoia ha emesso una nuova misura dell’Ammonimento per atti persecutori commessi nella provincia in danno di una donna.

È il sessantesimo provvedimento da quello storico 23 febbraio 2009, data di nascita della Legge anti-stalking, il primo di quest’anno.

L’atto, già notificato, pone ancora una volta un qualificato freno agli atti persecutori commessi da un ultraquarantenne nei confronti di una giovane donna dieci anni più giovane di lui e felicemente coniugata.

 

La storia

Meno di un mese fa, la giovane donna si è rivolta alle Forze di polizia perché, dopo aver dovuto lasciare il proprio posto di lavoro, ormai esasperata dalle continue inopportune invadenze e approcci (anche di natura sessuale) dell’uomo, lo stalker continuava a molestarla.

Ormai disoccupata, gli aveva naturalmente bloccato ogni accesso ai propri recapiti telefonici, mail e profili social, ma questo non lo ha fatto desistere: non solo lui ha continuato a perseguitarla utilizzando nuovi cellulari e account, ma aveva comincia anche a rivolgersi alle persone vicine alla vittima, chiedendo informazioni della donna ai suoi familiari, ex colleghi di lavoro e conoscenti.

Le indicazioni gli hanno quindi consentito appostamenti e pedinamenti, che si sono aggiunti alle telefonate, messaggi e post a tutte le ore del giorno e della notte, alcuni farneticanti, nell’assurda idea di poterla convincere a “tornare” da lui, screditando spesso la figura del marito.

L’uomo è arrivato persino a presentarsi sul nuovo posto di lavoro che la donna era riuscita nel frattempo a trovare, e si potrebbe dire che questa “è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso”, se non fosse che quel vaso la donna lo aveva svuotato molte volte negli ultimi mesi, minimizzando quello che le succedeva e pensando che tutto si sarebbe attenuato con il tempo, e lui lo aveva sempre nuovamente riempito.

 

Soffrire è inutile

È questo purtroppo un errore molto diffuso, riscontrato nelle decine di esperienze pluriennali che la Questura ha trattato in casi del tutto analoghi: credere che queste vili condotte rientrino in una sorta di “corteggiamento”, in cui l’uomo prova a conquistare la donna, e possano terminare di fronte all’evidenza del suo rifiuto o del disinteresse da parte dell’oggetto dei desideri del maldestro molestatore.

Se un uomo insiste con le sue attenzioni moleste verso una donna alla quale ha già fatto del male, nel fisico come nella sua dignità, non è mai così: aspettarsi che tutto questo finisca col tempo è, in questi casi, semplicemente inutile.

Sopportare le molestie o cambiare continuamente il proprio stile di vita serve solo a raggiugere una seria condizione di stress, caratterizzata da timori, paure ed ansie che, quasi sempre, portano le vittime a dover ricorrere anche alle cure mediche: così è stato per la giovane donna disperata che è venuta, dopo mesi di inutili sofferenze, a chiedere aiuto, come già, purtroppo molte altre prima di lei.

 

L’Ammonimento del Questore

Ricevuta la segnalazione della vicenda, la gravità dei comportamenti è stata quindi documentata ed evidenziata dall’istruttoria curata dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura che, sulla base dei riscontri ottenuti, ha consentito al Questore di poter emettere il provvedimento d’urgenza dopo pochi giorni che gli operatori della Polizia di Stato ne erano venuti a conoscenza.

All’uomo è stato quindi formalmente intimato dall’Autorità di Pubblica Sicurezza di interrompere ogni tipo di contatto e condotta lesiva nei confronti della donna.

La misura di prevenzione dell’”Ammonimento del Questore”, nata a tutela della vittima proprio di questo genere di reati, è un preavviso dell’Autorità di Pubblica Sicurezza delle conseguenze cui va incontro l’autore degli atti persecutori.

È anche, però, la chiara avvertenza che, dal momento della sua notifica, la Polizia di Stato diventa scudo e garanzia dei diritti della donna: da quel momento in poi, ogni eventuale tentativo di ledere ulteriormente la dignità della vittima troverà nella Questura (non più nella vittima) l’attore della denuncia del persecutore all’Autorità Giudiziaria, con l’ulteriore effetto che le indagini sono già state compiutamente esperite, che i reati persecutori commessi diventano perseguibili d’ufficio e che, oltre a prevedere l’arresto obbligatorio in flagranza di reato, tutte le pene per loro previste sono aumentate di un terzo.

 

Esserci sempre: l’importanza della rete contro i reati vigliacchi

La Questura di Pistoia, per ottenere il massimo risultato possibile, è parte integrante di una rete di supporto e contrasto a questi reati vigliacchi, insieme ai Servizi Sociali, all’Azienda Sanitaria, agli sportelli di aiuto alle donne esistenti sul territorio e curati da Enti ed Associazioni e molti altri attori che intervengono nel percorso di tutela e sostegno delle vittime di questi reati vigliacchi.

Rivolgersi agli operatori della Polizia di Stato non solo consente quindi soltanto di contrastare il fenomeno già sotto il profilo amministrativo (l’Ammonimento è un atto amministrativo e non produce immediati effetti penali), ma anche di avere riferimenti qualificati e coordinati per il sostegno di quante si trovano in condizioni di disagio e fragilità per aver interessato soggetti con una concezione medievale del rapporto uomo-donna.

La campagna “Questo non è amore”, che il prossimo 8 marzo riproporrà per il terzo anno consecutivo la presenza della Polizia di Stato nella nostra provincia in manifestazioni di sensibilizzazione, educazione e informazione contro la violenza di genere, ha lo scopo di far condividere due obiettivi essenziali del percorso partecipato verso la dignità della figura femminile: abbattere i muri dell’omertà e del silenzio; comprendere che sopportare la violenza (in qualunque forma si manifesti) è inutile.    

Per contrastare questi fenomeni, infatti, il primo vero operatore della sicurezza delle nostre comunità è il cittadino, mentre per interrompere il ciclo della violenza, tutti gli operatori della Polizia di Stato vogliono “ESSERCISEMPRE”, con la loro passione, impegno e servizio.


21/02/2020

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