Nel merito del comunicato diffuso dalla tifoseria organizzata del Pisa calcio, nel quale si stigmatizza l’operato delle forze di polizia in occasione dell’afflusso dei sostenitori di casa al settore curva nord in occasione dell’evento sportivo del 23 u.s. Pisa/Ascoli, è doveroso offrire alcuni spunti di riflessione sul tema delicatissimo dell’incolumità degli utenti dello stadio.
L’Arena Garibaldi è oggetto da qualche mese, di un puntuale, rigoroso ed encomiabile intervento tecnico a cura dell’Amministrazione Comunale di Pisa volto a verificare l’affidabilità strutturale dei settori destinati ad ospitare il pubblico; ciò a seguito, come ampiamente noto, di alcuni distacchi di materiali avvenuti nel settore gradinata. L’accertato ammaloramento di alcune parti dell’impianto ha reso ineludibili interventi di risanamento in emergenze, prove di carico su tutte le porzioni destinate al pubblico e la contemporanea messa in pristino di un sistema di monitoraggio continuo che possa rilevare eventuali ulteriori criticità, sull’evidente presupposto che le condizioni dell’impianto non potranno che peggiorare sino all’avvio dei lavori di complessiva ristrutturazione. Tutto ciò è stato asseverato in seno alla competente Commissione Provinciale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo per confermare il necessario parere di agibilità, sia pure con interventi di rimodulazione delle capienze.
Ora, non vi è dubbio che il dato relativo al numero di utenti che, sulla base dei dati tecnici già menzionati, possono accedere ai diversi settori è strettamente funzionale alla sicurezza stessa dell’impianto e dunque dei suoi fruitori; di conseguenza garantire il rispetto di quei limiti significa garantire l’incolumità del pubblico che accede. In altre parole, qui i profili di “safety” sono al centro della questione sollevata rispetto ai controlli in afflusso.
Se all’Arena Garibaldi, segnatamente in curva nord, tutti gli utenti entrassero con regolare titolo di accesso seguendo le procedure di controllo previste, magari agevolando gli addetti della Società sportiva per rendere più rapide le operazioni, il problema non esisterebbe. Purtroppo, il dato reale offre uno spaccato diverso, più volte portato all’attenzione del GOS dalla stessa Società Sportiva che ha denunciato la difficoltà di arginare con i soli stewards gli ingressi abusivi al settore (in diverse occasioni diverse centinaia). Se da un lato è pur vero che la capienza certificata della curva nord non è adeguata alla domanda, dall’altro è altrettanto vero che consentire accessi indiscriminati oltre capienza non è solo formalmente illegittimo, ma è anche e soprattutto pericoloso per la stessa incolumità della tifoseria.
Garantire, attraverso lo stewarding e se necessario anche con l’ausilio delle forze di polizia, che all’interno del settore entrino solo coloro che hanno un titolo valido è presupposto irrinunciabile di sicurezza a tutela della pubblica incolumità.
Sul piano poi delle responsabilità giuridiche in caso di eventi in danno di utenti che dovessero sfortunatamente verificarsi all’interno dell’impianto, la recente legislazione ha introdotto negli stadi un modello di gestione delle procedure di emergenza che riconduce al GOS, gruppo operativo sicurezza, la responsabilità di attuare tutte le misure previste a presidio della sicurezza degli spettatori, ivi compresa quella relativa alle procedure di accesso ed al rispetto delle capienze. Il GOS è posto sotto la responsabilità del Questore – Autorità Tecnica di Pubblica Sicurezza. La funzione stewarding opera in questo contesto interdisciplinare di gestione condivisa e si avvale se necessario delle risorse di polizia qualora le condotte dell’utenza non siano aderenti al regolamento dell’impianto, tra l’altro oggetto di informazione ed accettazione nel momento della sottoscrizione dell’abbonamento o dell’acquisto del titolo. Ne deriva che, se le procedure funzionano con il solo apporto dello stewarding, la presenza delle Forze di Polizia è superflua. Diversamente è doverosa anche per non concretizzare forme di “culpa in vigilando” penalmente perseguibili.
Infine, nel confermare che gli assetti operativo attuati saranno ovviamente replicati sino a che non risulterà infrenato il fenomeno degli accessi abusivi, si auspica che la tifoseria organizzata, in massima parte titolare di abbonamento, presti la necessaria collaborazione al Pisa Calcio perché le procedure di afflusso possano gradualmente normalizzarsi verso una modalità più consona alle esigenze di sicurezza evidenziate. In tal senso si suggerisce di evitare l’ingresso in massa dal prefiltraggio a cinque minuti dall’inizio della gara poiché queste condotte mettono in seria difficoltà il lavoro dello stewarding e tantomeno possono diventare un alibi per evocare modalità diverse, non rispettose degli interessi primari dell’intera utenza del settore.
PISA 26 Dicembre 2023