Si comunicano gli esiti di una rapida attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Piacenza, a carico di un sacerdote piacentino, indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia, che ha portato all’emissione da parte del G.I.P. della misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Piacenza e di un altro Comune della Provincia.
Il sacerdote, in qualità di responsabile di un centro di assistenza residenziale per adulti sedente in questo Capoluogo, è sottoposto a procedimento penale poiché accusato di aver assunto comportamenti autoritativi e punitivi nei confronti degli ospiti del predetto centro, a lui affidati per ragioni di cura, vigilanza e custodia.
In particolare il sacerdote è accusato di aver abitualmente ed immotivatamente percosso con schiaffi gli ospiti, arrivando a cagionar loro in alcuni casi delle lesioni personali, di averli ingiuriati e minacciati di comportamenti ritorsivi qualora non avessero ubbidito ai suoi voleri, nonché di aver fatto loro saltare loro i pasti ogniqualvolta non rispettavano le regole dai lui imposte
Il sacerdote era già stato arrestato per il medesimo reato nel 2017, commesso sempre ai danni degli ospiti del medesimo centro, e condannato con sentenza definitiva.
Dopo essere stato allontanato dal centro, negli ultimi tempi vi aveva fatto nuovamente ritorno, dapprima assistito da altri volontari, che nel tempo erano stati da lui sempre più allontanati, consentendogli di riprendere in mano la gestione della struttura, ed i nuovi fatti contestati al sacerdote sarebbero avvenuti a partire da novembre del 2021.
Il provvedimento a tutela delle persone offese copre anche un Comune di questa Provincia, ove gli ospiti del centro sono soliti recarsi per la messa domenicale.
Gli esiti dell’indagine vengono comunicati nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.