La Squadra Mobile della Questura di Piacenza ed il nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale, a conclusione di un’articolata indagine svolta da febbraio a luglio 2018, sviluppata sia con metodi tradizionali che con attività tecniche di captazione ambientale e telefonica, hanno delineato una compagine delinquenziale dedita al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché allo spaccio di cocaina e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’Operazione di polizia giudiziaria che si è svolta alle prime ore del mattino del 15 ottobre, ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP di Piacenza, su richiesta della Procura della Repubblica; nel dettaglio sono state eseguite 4 custodie cautelari in carcere, 1 arresti domiciliari, e 5 obblighi di presentazione alla PG.
L’indagine ha permesso di dimostrare che la compagine criminale, composta da albanesi e italiani, era in grado di poter gestire la prostituzione di ragazze albanesi, mettendo a disposizione appartamenti e mezzi di locomozione per raggiungere i luoghi di lavoro al fine di soddisfare le richieste della clientela sul territorio piacentino.
In particolare, figure centrali risultavano essere quelle riconducibili a due soggetti albanesi, gravati da precedenti specifici e domiciliati a Piacenza; tali soggetti dimostravano elevata capacità delinquenziale, ricoprendo un ruolo apicale nella gestione delle ragazze sottoposte al loro controllo, esercitando un monitoraggio a distanza delle stesse, organizzandone anche gli accompagnamenti sul luogo del meretricio, nonché gli appoggi logistici, tutto grazie all’attività di favoreggiamento della prostituzione fornita, a vario titolo, dagli altri soggetti italiani raggiunti da misure cautelari.
Nel corso dell’indagine sono inoltre emersi profili di responsabilità in ordine alla celebrazione di matrimoni fittizi tra ragazze albanesi, dedite al meretricio, e soggetti italiani che in tal modo hanno favorito, non soltanto l’esercizio della prostituzione, ma anche la permanenza illegale sul territorio italiano di queste ragazze.
Complessivamente, l’attività di indagine portava a deferire all’A.G. un totale di 13 persone.