Erano le 2 di notte del 20 aprile scorso quando una giovane pescarese, mentre stava rincasando nella sua abitazione di via Tasso, era stata avvicinata da un giovane sconosciuto. Entrato presso lo stabile di residenza della donna, approfittando del portone aperto, aveva con lei preso l’ascensore come se dovesse recarsi in uno degli appartamenti di quel condominio. Una volta in ascensore, le aveva dapprima chiesto quanti anni avesse e poi, improvvisamente, le aveva alzato la gonna cercando di toccarla nelle parti intime, senza riuscirci. L’uomo aveva poi cercato di impossessarsi di una collanina in oro, allontanandosi immediatamente dal palazzo e facendo così perdere le tracce. La ragazza aveva quindi sporto denuncia in Questura.
Il successivo 31 maggio 2019, la titolare di un negozio di via Raffaello, aveva chiesto l’intervento di una Volante della Polizia di Stato per un’aggressione a sfondo sessuale di cui era stata vittima. La donna riferiva che verso le 17 si era presentato presso il suo negozio un giovane che, con la scusa di dover effettuare un acquisto, le si era letteralmente buttato addosso, toccandola nelle parti intime; lei aveva reagito e l’uomo si era dato alla fuga. Nell’occasione il giovane autore dell’aggressione aveva perso il suo giubbotto, al cui interno venivano rinvenuti due scontrini fiscali di acquisti effettuati presso un supermercato cittadino il giorno precedente.
La Squadra Mobile della Questura di Pescara, acquisite le immagini estrapolate dalle telecamere a circuito chiuso del condominio e del supermercato, riusciva a dare un volto ed un nome allo sconosciuto, individuando per l’appunto, come autore dei due episodi D.M., nato in Polonia 21 anni fa, senza fissa dimora seppur più volte controllato a Pescara, già segnalato all’Autorità Giudiziaria per violenza sessuale nel luglio del 2018, per aver palpeggiato una ragazza in via Umbria.
In sede di individuazione fotografica D.M. veniva riconosciuto senza ombra di dubbio anche dalle due vittime.
Sulla base delle risultanze investigative la Procura della Repubblica di Pescara contestava al predetto i reati di violenza sessuale e tentata rapina, chiedendone altresì l’arresto, richiesta accolta dal G.I.P. che disponeva nei confronti del D.M. l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.
La Squadra Mobile, incaricata dell’esecuzione del provvedimento, constatava che l’uomo si era allontanato da Pescara ed era stato recentemente controllato in località Jesi. Pertanto gli agenti prendevano contatti con i colleghi del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Jesi che, pochi giorni fa, rintracciavano e traevano in arresto il D.M., associandolo presso il carcere di Ancona a disposizione dell’A.G..