Due agenti della Polizia di Stato fuori servizio hanno fermato e arrestato tre minorenni che, poco prima, avevano aggredito e rapinato un ragazzo di diciotto anni, ferendo, altresì, l’amico che era intervenuto in suo soccorso. Dopo aver allertato la Sala Operativa, che immediatamente aveva inviato una volante in ausilio, gli agenti provvedevano a sentire la vittima dell’aggressione, la quale riferiva di essere stata contattata su un social network da un ragazzo - successivamente identificato come un minore classe 2006, con precedenti di polizia – che, dopo aver risposto ad un suo annuncio per l’acquisto di alcune sigarette elettroniche, gli aveva dato appuntamento presso i parcheggi della scuola elementare di San Martino in Colle. Arrivato nel luogo dell’incontro, il giovane era stato subito aggredito alle spalle da tre ragazzi che, nell’occasione, lo percuotevano con l’utilizzo di un casco, sì da farlo cadere a terra per poi continuare con calci e pugni. Inutile l’intervento dell’amico, giunto in suo aiuto, in quanto a sua volta anch’esso veniva aggredito con dei pugni. I tre aggressori dopo aver sottratto il portafoglio e le sigarette alla prima vittima, si allontanavano per essere, tuttavia, fermati immediatamente dopo dai suddetti agenti fuori servizio. I poliziotti, a quel punto, dopo essersi sincerati delle condizioni di salute delle vittime – poi recatisi al pronto soccorso per le cure del caso – conducevano i tre autori della rapina in Questura per le attività di rito. Dopo essere stati identificati come tre minorenni tutti classe 2006 e con precedenti di polizia, i predetti venivano sottoposti a perquisizione che dava esito positivo, in quanto veniva rinvenuta la refurtiva ed il casco utilizzato per l’aggressione. Sussistendo lo stato di quasi flagranza i tre minori, sentito il dott. Flaminio Monteleone Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, venivano arrestati per il reato di concorso in rapina pluriaggravata (nonché denunciati a piede libero per i reati di concorso in lesioni aggravate dal numero delle persone e dall’uso di uno strumento atto ad offendere) e venivano condotti presso la propria abitazione per ivi permanervi in attesa in attesa dell’udienza di convalida. Le sigarette elettroniche e il casco, invece, venivano sottoposti a sequestro.