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PREMIAZIONE DEI VINCITORI DEL CONCORSO SULLA FIGURA DEL POLIZIOTTO AL TEATRO FRASCHINI DI PAVIA

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FESTA DELLA POLIZIA 2008 - PREMIAZIONE DEL CONCORSO PER GLI STUDENTI - LE IMMAGINI DELL'EVENTO SONO SUL LINK GALLERIA FOTOGRAFICA

Sabato 17 maggio 2008, nel Teatro Fraschini, il Questore di Pavia, ha premiato gli studenti delle scuole medie, vincitori del concorso sul tema della figura del Poliziotto, nel corso della cerimonia della Festa della Polizia.

"A voi ragazzi, un grande affettuoso saluto per aver reso più bello e vivo questo giorno di festa, con la vostra presenza ma anche con l'impegno, poiché vi siete cimentati nello scrutare un po' più da vicino il nostro lavoro, il nostro mondo, le nostre paure ed i nostri limiti anche. D'accordo infatti con i vostri insegnanti vi abbiamo chiesto di scrivere di noi, del poliziotto e per questo, tra poco, alcuni di voi saranno premiati. Vi assicuro però che siete stati tutti bravi e farò leggere ai miei collaboratori le considerazioni che avete voluto, così semplicemente, esprimere" . Con queste parole il Questore, Paolo Di Fonzo , nel suo discorso, si è rivolto ai ragazzi presenti nel teatro che hanno partecipato alla festa, soffermandosi in ultimo nei saluti al mondo della scuola per sottolineare la particolare attenzione, riservata dalla Polizia di Stato, ai giovani. Per dare loro voce, in una giornata così importante, il Questore ha voluto organizzare un concorso per gli studenti, chiedendo loro di far conoscere sentimenti, idee e impressioni sulla Polizia, di voler comunicare, attraverso le parole scritte di un tema, proprio con il poliziotto, con chi veste la divisa e opera fuori dalle loro scuole. Tre sono state le tracce dei temi per consentire, a chi desiderava partecipare, di scegliere liberamente secondo il proprio sentire: 1. Scrivi una lettera a un poliziotto evidenziando cosa rappresenta per te, cosa ti incuriosisce del suo lavoro, cosa ti aspetti da lui. Dagli poi dei buoni consigli. 2. I giovani e la legalità : prova a esporre le tue considerazioni sui principali problemi riguardanti la sicurezza, che affliggono la società moderna e, in particolare, la tua città. 3. Quale sarebbe il poliziotto ideale? Prova a immaginarlo e a descriverlo secondo la tua fantasia, la tua esperienza, i tuoi bisogni, i tuoi giudizi sulla società in cui vivi. E' stato possibile realizzare il concorso grazie alla partecipazione delle scuole, che hanno accolto con entusiasmo e coinvolgimento la proposta e grazie al sostegno della Banca Nazionale del Lavoro, che ha fornito i premi, consistenti in libretti di risparmio specificatamente creati per i giovanissimi studenti al fine di incoraggiarli allo studio, avviandoli ad affrontare in autonomia i costi scolastici. Più di 400 studenti hanno preso parte all'iniziativa e, per ognuno di loro, il Questore ha voluto far avere un attestato di partecipazione. Tutti gli elaborati hanno testimoniato il grande interesse, l'attenzione e l'aspettativa che i ragazzi nutrono per il poliziotto, sfatando il luogo comune che li vede contrapposti e lontani dalle figure che esercitano l'autorità. Per ovvi motivi non è possibile far conoscere tutte le voci che si sono espresse ma, a rappresentarle tutte, si pubblicano i temi dei tre studenti vincitori del concorso. 1- PRIMO PREMIO- ALUNNO GIOVANNI CASTAGNOLA- classe III B SCUOLA MEDIA FELICE CASORATI - PAVIA TEMA "Scrivi una lettera a un poliziotto, evidenziando cosa rappresenta per te, cosa ti incuriosisce del suo lavoro, cosa ti aspetti da lui. Dagli buoni consigli. Ecco, si sente in lontananza un suono di una sirena…poi diventa sempre più vicino, ecco la vedo… passa veloce proprio davanti a me: è una gazzella della Polizia Stradale. Cosa sarà successo? Cosa si troveranno a dover affrontare gli agenti una volta giunti sul posto? Sicuramente sono stai avvisati dalla centrale operativa per intervenire con urgenza in qualche situazione di emergenza.

Ebbene signor poliziotto,

ho pensato di scriverle perché desidero subito confessarle che anche in questo momento, come del resto sempre, sin da quando ero bambino piccolo, quando vedo un'auto della Polizia impegnata in un intervento, non so come, ma dentro di me si agita qualcosa, mi sento attratto e incuriosito e spesso mi ritrovo a pensare che mi piacerebbe essere su una delle vostre auto impegnato in un'azione di polizia. Quando lo dico a mia madre, lei mi ripete sempre le stesse cose: "Guarda che il lavoro di un poliziotto non è fatto solo di successi e di gloria, ma è una professione che oggi è diventata molto pericolosa! Si rischia la vita quotidianamente. Ti vedi troppi telefilm polizieschi… guarda invece il telegiornale! Fossi in te sceglierei un'altra professione.!" Le prime volte non capivo come potesse rispondermi così. Ma cosa c'è di più affascinante che arrestare un malvivente, fare delle indagini per mettere in prigione un mafioso, uno spacciatore o individuare un assassino con tutti i mezzi a disposizione della "scientifica"? E poi guardo le volanti…. Con loro potete andare velocissimi nel traffico, tutti gli altri automobilisti si devono fermare e lasciare spazio a voi, potete fare inversioni di marcia e far fischiare le gomme e, come se non bastasse, avete in dotazione la radio ricetrasmittente e dei piccoli computer per le identificazioni di targhe e di dati individuali in tempi rapidissimi! E poi, secondo me, le vostre auto devono essere comode….! Di recente, però, mi è capitato di vedere in televisione la commemorazione della mote di un ispettore- capo della Polizia, a Catania, ucciso durante gli scontri in occasione del derby Catanaia - Palermo. Mi ricordo ancora l'immagine di suo figlio al funerale, con in testa il cappello del padre, in mezzo ai poliziotti. Il bambino era fiero di quel cappello, ma intanto qualcuno per una partita di calcio gli aveva tolto per sempre il padre.

Signor poliziotto,

devo dirle che questo episodio, insieme ad altri fatti di cronaca nera, mi ha fatto riflettere ed ho cominciato a considerare il suo lavoro in modo più realistico. E' vero, il vostro lavoro ogni giorno è rischioso, perché vi trovate ad operare in una realtà sempre più difficile, dove la vita umana è sempre meno rispettata. A volte mi capita anche di sentire ragazzi giovani che vi insultano senza pensare alle difficoltà del vostro lavoro, di notte, al freddo, per esempio quando effettuate i controlli per evitare la guida a velocità elevata o in stato di ebbrezza. Ma come si fa a non essere grati a voi che svolgete il vostro lavoro tra mille difficoltà per prevenire la morte di tanti giovani nelle stragi del sabato sera? Come non considerare il lavoro di uomini che hanno il compito di proteggerci, di salvaguardare l'ordine pubblico e di tutelare i diritti di ognuno di noi? E poi come non essere riconoscenti ai tecnici della Polizia Postale che quotidianamente su Internet cercano di proteggere i bambini dai pedofili? Di recente ho visitato, con la mia classe, la Questura di Pavia e ho potuto rendermi conto del delicato ruolo svolto dalle ispettrici e dalle assistenti del Corpo di Polizia Femminile che si occupano di prevenzione e repressione dei reati in materia di "buoncostume", della tutela delle donne e dei minori. In questa occasione mi sono anche reso conto, dopo essere salito su una volante, che i sedili non sono poi così comodi come pensavo! Ed allora, signor Poliziotto, esaminando come nel corso di un'indagine tutti gli elementi a disposizione, sono convinto che l'attività ed il servizio che voi svolgete sia comunque affascinante. Sento anche di dover dire "caro Poliziotto" perché capisco che siete "un'istituzione" fatta di uomini e donne che lottano e credono nel lavoro che svolgono . Voi siete vicini a noi, a difesa delle famiglie, dei vostri figli e di noi ragazzi. Come i nostri genitori, voi desiderate garantire una società fondata sui valori della tolleranza, del rispetto e della libertà, come recita il vostro motto "sub lege libertas". Caro Poliziotto, buon lavoro, e se mi posso permettere un consiglio….venite spesso nelle scuole per spiegarci in cosa consiste il vostro lavoro. Permetteteci di visitare le Questure per farci comprendere meglio come la vostra attività sia necessaria per vivere sicuri e tutelati. Giovanni 2- SECONDO PREMIO ALUNNO GIACOMO GATTI- classe III BS

SCUOLA MEDIA LEONARDO DA VINCI - PAVIA

TEMA "I giovani e la legalità: prova a esporre le tue considerazioni sui principali problemi riguardanti la sicurezza che affliggono la società moderna, in particolare la tua città. Ogni giorno, al telegiornale, vediamo servizi su episodi di criminalità, infatti nelle grandi città come Napoli e Milano, le rapine e le aggressioni sono quotidiane. Le persone hanno molta paura e credono che la polizia non faccia abbastanza per proteggerla. Il problema della sicurezza è oggi molto discusso. Quasi tutti sostengono che è necessario dare più potere alla Polizia e punire severamente chi commette un reato. Anch'io sono d'accordo, la Polizia deve essere messa in grado di intervenire per far rispettare le nostre leggi. Io penso, però, che sia anche importante eliminare le cause della criminalità, come l'emarginazione e la tossicodipendenza. Io credo che questo compito competa a chi ci governa, che dovrebbe favorire l'integrazione degli extracomunitari ed il reinserimento dei tossicodipendenti. Noi cittadini, poi dovremmo essere più tolleranti, rispettare chi ha religioni ed abitudini diverse dalle nostre e non abbandonare chi ha sbagliato. Mi rendo conto che non è facile . Anche a Pavia, nella città in cui vivo ed in cui la criminalità non è molto diffusa, è stato difficile trovare un luogo per un accampamento di zingari. Nessun abitante, per paura di furti e scippi, lo voleva vicino alla propria abitazione. Io credo che non sentirsi accettati porti, per reazione a compiere azioni illegali. Per risolvere il problema della criminalità non è, pertanto, sufficiente l'opera della Polizia, è necessario infatti, che tutti diano il loro contributo a cominciare da noi giovani. Per questo è molto importante la scuola, che deve insegnare il rispetto verso tutti e, soprattutto verso chi è diverso, per nascita o colore della pelle, da noi. 3- TERZO PREMIO ALUNNO STEFANO MORONI- classe III B

SCUOLA MEDIA FELICE CASORATI - PAVIA

TEMA "Scrivi una lettera a un poliziotto, evidenziando cosa rappresenta per te, cosa ti incuriosisce del suo lavoro, cosa ti aspetti da lui. Dagli buoni consigli.

Caro poliziotto Antonio,

ho 13 anni, mi chiamo Stefano Moroni e sono uno dei tanti ragazzi che vedi uscire a frotte dalla scuola "Casorati" quando sei di pattuglia in centro. In confidenza, ti confesso che la vista della tua gazzella o della tua divisa suscita sempre in me un sentimento di timore, un senso di irrequietezza, quasi avessi paura di non essere all'altezza delle tue aspettative di correttezza da parte mia. Penso di sapere da dove nasce tutto ciò: non puoi immaginare quante volte mi sia capitato di sentire un adulto pronunciare ad un bimbo, magari un po' capriccioso, la frase. "Fai il bravo, altrimenti chiamo la Polizia!!". E più di una volta ho sentito la mamma, in automobile, suggerire a papà di rallentare perché aveva scorto una pattuglia della stradale!! Nella mia immaginazione di bambino, la tua figura, il tuo ruolo tra noi hanno via via preso i contorni di un severo controllore, inflessibile e rigoroso, solerte nel punire i trasgressori ed esigente nel pretendere da ognuno il massimo dell'autocontrollo e del rispetto delle regole. Crescendo, tante, tantissime occasioni mi hanno portato ad arricchire l'altra dimensione del tuo lavoro e della tua figura professionale, quella sicuramente più importante. A poco a poco i miei occhi hanno imparato a vederti come il garante della sicurezza, della correttezza e del rispetto della legalità. Oggi non sei più il "giustiziere" inflessibile, come ti pensavo da piccolo, ma una presenza preziosa e insostituibile per tutti noi. Come potrei, incontrandoti, non correre con la memoria alle immagini che l'attualità ci propone quotidianamente di incidenti, di sciagure, di catastrofi naturali o di crimini, di rivolte, di manifestazioni violente in cui tu non sia in prima linea a soccorrere , ad aiutare, ad alleviare i dolori o a contenere la violenza degli uomini a danno di altri uomini? Spesso mi domando come ti prepari alle tue giornate di servizio, se affronti con serenità la quotidianità del tuo lavoro, sapendo che nulla esclude che prima di staccare, la sera, ti possa capitare l'imprevedibile e tu sia costretto ad operare in condizioni difficili, per non dire a volte disperate….E come rientri a casa in questi casi? Cosa rimaner dentro di te, cosa ti porti nel cuore di quanto vivi? Riesci mai a spogliarti, oltre chè della divisa, anche delle ansie, dei dispiaceri, della rabbia, delle delusioni, della tristezza di cui talvolta le tue giornate sono cariche? Non voglio tediarti, ma permettimi di concludere questa lettera formulando una richiesta: tanti sono i giovani come me o più adulti di me che prendono alla leggera le norme di sicurezza, soprattutto sulle strade, nel momento in cui si trovano a cavallo del primo ciclomotore della loro vita: ci si sente grandi e infallibili, finalmente liberi di assaporare l'ebbrezza della libertà e della velocità … e poi si provocano rischi per noi e per gli altri. Mi piacerebbe vederti sulle strade, poliziotto Antonio, proprio per noi ragazzi, pronto a bloccarci e a rimproverarci, anche a punirci se lo meritiamo, ma sempre a insegnarci a comportarci con correttezza e serietà. Mi piacerebbe vederti come un padre buono ma severo, comprensivo ma intransigente per il nostro bene. Sarà un caso se, istintivamente, ho scelto per identificarti proprio il nome del mio papà?

Grazie di tutto e spero di incontrarti presto. Buon lavoro.

Stefano
16/06/2008
(modificato il 27/06/2008)

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