si aggrappa alla chiusa a sei metri nel vuoto
Nella scorsa nottata la Polizia di Stato della Questura di Pavia ha tratto in salvo una giovane donna di Pavia, A.S. classe 1974, che stava annegando nelle acque del naviglio .
Poco prima della mezzanotte, la Sala Operativa segnalava alla Squadra volante che era giunta una richiesta di aiuto al 113 per una giovane che era finita nelle vasche di confluenza del naviglio con il fiume Ticino, e in quel momento era aggrappata all'argine.
In considerazione della pericolosità della situazione, venivano immediatamente allertate due volanti che accorrevano con la massima urgenza sul luogo segnalato, all'altezza di Viale Partigiani, angolo Via Sicilia.
Sul posto i due equipaggi constatavano che effettivamente una giovane donna si trovava immersa nelle acque, completamente in panico e , aggrappata per le sole mani al meccanismo di chiusa della profonda vasca di raccolta delle acque del naviglio, sospesa ad un'altezza dal livello dell'acqua di almeno 6 metri.
Vista la gravità della situazione , gli agenti decidevano di intervenire subito senza attendere l'arrivo dei soccorsi che venivano contestualmente prontamente allertati.
Due agenti si calavano con agilità , utilizzando i supporti metallici del meccanismo di chiusura per scendere e raggiungere la ragazza in modo da agganciarla ed assicurarla, per quello che le condizioni consentivano, scongiurando una sua caduta potenzialmente fatale ,data l'altezza della vasca.
Contemporaneamente , un altro agente dell'equipaggio si faceva afferrare per il cinturone di servizio dal personale della Polizia Locale, sopraggiunto nel frattempo, riuscendo cosi' a sporgersi a testa in giù per tre quarti del corpo dal bordo della vasca, fino a riuscire ad afferrare saldamente entrambe le mani della giovane che, tirata verso l'alto mentre gli altri due agenti la spingevano per le gambe, veniva così trascinata oltre il bordo , e messa in salvo, nonostante la forte crisi di panico in cui versava.
Una volta fuori dall'acqua veniva soccorsa da un operatore subacqueo dei Vigili del Fuoco , mediante l'ausilio dell'apposita barella , e dal personale dell'Ambulanza Medica del 118, alle cui cure veniva affidata.
Sul posto giungeva anche la madre della giovane che confermava che poco prima si era precipitata verso il naviglio in quanto, la figlia con una telefonata le aveva comunicato che si trovava in quella zona.
Lì giunta però trovava solo la borsetta sul bordo del naviglio e, intuendo la situazione, si avvicinava al profondo dislivello della chiusa dove udiva le grida di aiuto della figlia.
Le grida avevano attratto anche l'attenzione di alcuni passanti che avevano allertato il 113.